Un interessante esordio in studio per i Penelope Aspetta…
La band pescarese alternative/pop rock Penelope Aspetta, si presenta sulle scene con il primo Ep d’esordio. Un lavoro attento e dettagliato carico di emozioni ricercate. Sotto le quattro tracce c’è l’attenta produzione di Andrea Liberi, presso gli studi Muffa Records e viene curato dall’ufficio stampa DCOD Communication. Al suo interno si crea una visione stupenda e delicata, sopra sonorità indie a tinte electro pop. Alle due voci principali si alternano percorsi sensibili, che narrano storie di vita vissuta e sentimenti personali. Immergendo l’ascoltatore dentro un viaggio unico e originale.
Con questa prima produzione in studio, si toccano diverse sfumature che cullano a dovere tutto il mondo visionario e culturale della band. Nel primo singolo di lancio che apre anche quest’opera 6 Giorni su 7. La struttura del brano danza verso vibrazioni leggere, stile ballad alla ricerca di orizzonti nuovi, per fuggire dalle solite giornate ripetitive e monotone, che nonostante risulti un’impresa complicata da gestire, si conclude con una fuga in silenzio e l’amaro in bocca. Nel sound iniziale troviamo un piano/synth elettrificato, che scandisce colpi profondi e lentamente si incastra alla linea vocale dolce, per poi passare al ritornello dal tiro pop, che accende una grinta nascosta su un ritmo contagioso. Nel passaggio finale la chitarra fresca quasi estiva di Pieffe, disegna sentimenti unici e incantevoli. Segue l’energica 666 in perfetto timbro alternative rock, sulle chitarre quasi funky, ci svegliamo su una struttura preziosa e con l’ingresso stupendo della voce, si innalza un bridge godibile, che culla una visione incandescente e attira la sua attenzione dentro un luogo caldo e accogliente. Uno dei brani più completi e diretti di questo mini lavoro.
La successiva suite, colora arcobaleni romantici su un paesaggio notturno al chiaro della luna. Tartarughe è una composizione personale, che si lascia andare dentro un testo struggente e eccellente, le parole delicate scorrono su un viso in lacrime. Per un rapporto solido vissuto con la giusta attesa. Nello schema del brano la cura importante del sound è incredibile e lascia un ampio spazio agli arpeggi dormienti di grande fattura. Chiudiamo con Madame Bovary e il suo grido di insoddisfazione, alla ricerca di noi stessi, con un occhio di riguardo verso qualcosa di nuovo. Solo con il passare dei momenti e delle situazioni, si riesce a capire cosa sia davvero importante nelle nostre vite e cosa risulti ancora inutile e di poco conto. Qui il sound torna alle tematiche elettroniche e il synth si agita sul groove deciso del basso, impreziosito dal tempo magnetico della batteria e un ritornello che tocca le influenze musicali, del panorama indie rock italiano.
I Penelope Aspetta si presentano con questo primo assaggio, orecchiabile e sensibile. Cercando di mischiare le diverse sonorità, in qualcosa di sicuro e ben fatto. Il risultato è un lavoro prezioso che lascia dolci ricordi sulla pelle.
VOTO: 7,5
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