Federica Pacela: l’influencer e il suo tormentone estivo
Si intitola “Vai col tanga” il primo singolo di Federica Pacela, tormentone estivo di una delle più note influencer di oggi. Certamente la bellezza regna sovrana, il ritmo raggaeton e le tante derive pop che partono da questo sono certamente immancabili. Il cliché e i canoni sono ben rispettati e, a corona di tutto, ecco il video ufficiale non lascia scampo al fascino e alla seduzione. Il ritmo e la melodia belle anche da vedere…
Un primo singolo per Federica Pacela. Come ti senti e come l’hai vissuta?
Mi sento bene, è stata una bellissima esperienza registrare “Vai col tanga”, molto formativa, assolutamente nuova. La rifarei, provando altro. Sto sperimentando, insomma.
Dunque da oggi cantante o influencer?
Per ora, con “Vai col tanga”, entrambe le cose… domani si vedrà. Dipende da quel che mi va di fare e se sentirò di poter migliorare, nell’una o nell’altra veste. Avere dei limiti non fa per me, mi annoiano e mi vanno stretti.
Vivere sui social oggi… anzi vivere “grazie” ai social visto che è il tuo mestiere. Ti manca la realtà?
Vivo la realtà ogni giorno, malgrado i social… solo che non si vede sui social! Se per realtà in questo caso intendi un lavoro diverso, meno effimero e meno incentrato sul mio aspetto fisico, allora sì: mi manca un po’. Mi manca sempre di più il fatto di non aver potuto, causa covid, creare un’impresa mia. Non ci ho ripensato: ho rinviato perché non sono una scellerata. Perché una cosa si fa quando è il momento – e ora stiamo tutti a vedere cosa accadrà… – quando c’è un progetto preciso, che sta in piedi e fa tornare i conti. Altrimenti si aspetta.
Con Alessio Lo Passo, il mio compagno, ci guardiamo intorno qui a Tenerife dove vivremo per la maggior parte dell’anno e salvo impegni di lavoro in Italia. Quella delle Canarie è un’economia particolare: non è l’Italia, nel bene come nel male. Non valgono molte delle nostre regole e tendenze nel commercio, per esempio. È un mondo a parte e se non lo conosci, se non hai la pazienza di osservare e senso critico, rischi di fare dei buchi nell’acqua colossali. Insomma, calma. Intanto questa risposta dovrebbe far capire che la realtà la vivo eccome… I social sembrano una specie “di scatola” se non ci lavori. Le storie Instagram sono pochi minuti al giorno sulle 24 ore.
E da professionista del settore: secondo te la società dei social che poi combacia sempre di più con quella in carne ed ossa, in che direzioni sta andando?
Penso che i social siano ormai un’abitudine. Persino un vizio e spesso una dipendenza. Hanno aspetti postivi e negativi, come tutte le cose e a seconda dell’uso che se ne fa. Non lo vedo un fenomeno in calo, ma per quel che mi riguarda ne sono talmente dentro per lavoro, che il giorno in cui dovessi decidere di uscirne sarebbe con un taglio drastico. Darei una sbirciatina ogni tanto. Stop. Passo tra social e telefonino almeno dieci ore al giorno e lo dico sempre: non è certo come lavorare in miniera, ma è snervante.
Arriverà un disco allora?
Se deciderò per una nuova canzone, intanto studierò. Mi piacerebbe prendere lezioni di canto anche se decidessi di farlo solo per piacere personale. L’ho detto che con “Vai col tanga” mi sono divertita. Ora, se decidessi di continuare, vorrei muovere qualche passo in più.