Blacksmith: atmosfere cupe e intense nell’esordio di Runaway Horses
Un disco che non si abbandona ad un facile ascolto o a scorciatoie mainstream, assestandosi su binari che fanno dell’intensità dei suoni e del fascino delle atmosfere, a tratti perturbanti, i punti di forza dell’intero lavoro. Ispirandosi palesemente ad artisti che hanno fatto di questi elementi i loro stendardi, quali i Massive Attack, i Portishead e non solo, Andrea Morana, mente del progetto Runaway Horses, sforna un disco ricco di suggestioni e di ipnotici momenti cupi e affascinanti al tempo stesso.
Con un mood seducente e irresistibile, il disco si arricchisce di brani puramente strumentali, frammisti ad altri in cui compaiono le voci di Aslaidon Zaimaj, vincitore di The Voice in Albania nel 2016 e Martina Vivaldi, entrambi in grado di dare ancora più carattere ad un’opera che ne possiede già molto, nella sua anima elettronica, ambient e trip hop.
Il singolo di lancio è Pour Benzene Into The Kids’ Pool, perfettamente in grado di riassumere le molteplici sfaccettature del disco, composto da brani totalmente coinvolgenti, in grado di trascinarci potentemente nelle sue atmosfere perturbanti e oscure. Con Blacksmith, infatti, si passa da momenti quasi contemplativi, come nel “mistico” Doom Dancer, ad altri molto movimentati come Triangles Are Shapes e Hourglass Pony, pezzi in cui la componente elettronica si fa più pressante, accompagnata sempre da umori ambient e intensi. Ma è forse con Parfume che si raggiunge l’apice del compendio tra le varie nature dell’opera, tutte estremamente affascinanti, in grado di coniugare profonde suggestioni tetre e tenebrose con attimi di intensa “seduzione” e ipnosi sonora.
Un mix notevole che trascina completamente nell’ascolto, estraniandoci da tutto il resto e portandoci per mano in un mondo oscuro e imperscrutabile, ma anche fortemente onirico e incantevole.