RECENSIONE: Logrind – Fired
È sempre molto importante saper comprendere la storia che un disco ci vuole raccontare. Ancor più importante è però la percezione che un’artista ha di se stesso. Giusta o sbagliata che sia gioca un ruolo fondamentale nella comunicazione inconscia della propria proposta. Parlando di “Fired”, primo EP autoprodotto, i Logrind definiscono il loro sound (cito testualmente) “moderno, a metà strada fra il Brit Pop ed il Rock americano degli anni ’90“.
Un’affermazione forte, probabilmente azzardata ma piacevolmente rischiosa. Mi soffermo innanzi tutto sulla valutazione attenta dell’interessante, almeno sulla carta, commistione fra brit pop e rock made in USA. Due mondi completamente diversi, lontani anni luce nelle sensazioni e nell’interpretazione. Si perché il primo brit pop ha letteralmente spazzato via i bending di Slash e le romanticherie di Bon Jovi. Le ha rimpiazzate con una musica rabbiosa, d’impatto e fortemente POPOLARE. Fuzz impazziti mischiavano linee chitarristiche capaci di nascondere se stesse, che gettavano le basi di band straordinarie come i Blur, Oasis, Kula Shaker e Suede. Tutte caratteristiche che non sono assolutamente riscontrabili in Fired. L’EP basa tutta la sua costruzione armonica e testuale su un’altra tradizione, proprio quella spazzata via dal brit -pop.
I 5 brani di Fired sono incompiuti proprio per quel che concerne il sound. Alcuni pezzi hanno un buon tiro (vedi Waiting for your call) ma ogni volta che comincio ad appassionarmi le chitarre riescono a spezzare il mio entusiasmo. Manca proprio quella vena brit – pop che sarebbe stata assolutamente necessaria per la creazione di una commistione interessante. Ci sono assoli costruiti su legati veloci, ritmiche sincopate sul charleston e suoni troppo spesso privi di personalità. Tutto quello che non dovrebbe esserci in un disco moderno. Questo EP ha un buon song-writing, la voce di Sharmel si sviluppa bene riuscendo anche a snaturare piacevolmente le proprie inclinazioni ma manca di un substrato chitarristico originale ed arioso. L’obiettivo è sempre aprire le dinamiche di un pezzo, non chiuderle. Sui lanciati della sezione ritmica le chitarre sono serrate e raramente incisive. La sottosezione acustica è costruita con più coscienza, anche se a tratti ritmicamente troppo banale (Run Away). Dove invece viene abbandonata la vena chitarristica hard rock (ad esempio in Waiting for your call, eccezion fatta per il solito assolo) gli arrangiamenti appaiono più incisivi e raffinati.
I Logrind hanno personalità da vendere e scrivono buoni pezzi. Tuttavia non devono commettere l’errore di costruire un full-length su un sound chitarristico di questo tipo: flebile (nonostante i volumi e gli assoli), datato e spesso inadatto alla scrittura stessa dei pezzi, sempre ben assemblati. Non è un assolo a fare la differenza all’interno di brani di questo tipo, sono le dinamiche. Le dinamiche costruite e lavorate grazie alla creatività, effettistica ed un minimo di ricerca personale.
Link Utili: Official Facebook Page
Voto: (5,5 / 10)
Tracklist:
- Run away
- Between us
- Waiting for your call
- Look inside
- If you wanna cry
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Formazione:
SHARMEL- Vocals
MACAS – Lead Guitar
DALLAS – Guitar
BLACKY – Drums
O.JAY – Bass