“Flat Inside” é l’esordio tagliente targato Indeed You Are..
Flat Inside è l’esordio ufficiale in studio, per il progetto cross-over Indeed You Are. La band abruzzese nasce a Vasto sotto un’aura particolare e personale, nel loro percorso vengono inserite le diverse influenze di ogni musicista e collegano una linea sottile, che si libera in modo energico. Il sound di timbro alternative metal, si sposa alla perfezione su vibrazioni spinte e rocciose, che nascono dalle radici nu-metal di tutta la scena anni 90, lasciando il giusto spazio a qualcosa di nuovo e ricercato. Oltre alla ritmica corposa e martellante, viene inserita anche una linea vocale melodica a tratti ruvida, di grande qualità. Capitanata dal frontman Gaetano Totaro.
Il sogno oscuro di questo lavoro, prende vita su un segnale, che sussurra qualcosa di misterioso e si collega alla seguente “Paralyzed”. Il primo singolo rilasciato, un brano carismatico e interessante, dove il tiro energico della batteria, si incastra al riff aggressivo della chitarra, sopra una voce delicata, che mette in mostra tutto il suo talento, ed esplode nella parte finale. Una composizione preziosa che ci fa aprire gli occhi a un mondo ottuso e dormiente, rendendoci inermi e senza forze, fino a perdere la speranza. Subito dopo veniamo travolti dalle distorsioni sfrenate di “Cannibal Ego”, sulla prima parte iniziale lo stile rap metal è una chicca notevole e il ritornello apre un paradiso sognante, con influenze vicino a band monumentali come Disturbed. La traccia si chiude nel silenzio di un monologo e un’atmosfera sensibile.
“Falling Down” invece ci trascina su strutture più spedite, impreziosite da una ritmica violenta e macchinosa. L’energia quasi trash metal del brano, rallenta di poco la sua corsa sull’arpeggio finale, ma non cambia il mood principale, che risulta tecnico e d’impatto sonoro enorme. La corsa continua senza freni sulle note ampie e devastanti di “My Invisible Enemy” , qui il mondo distopico della band si culla dolcemente, su un’opera diversa e magnetica, senza dubbio il brano migliore di questo Ep. Infine i diversi cambi di tempo e il solo finale di chitarra, di Damiano Carlucci, trasmettono un brivido infinito sulla pelle.
Verso la chiusura ci soffermiamo sul vortice pazzesco di “Extrema Radio”, una traccia pesante, con un muro di distorsioni infernali, che si abbatte sulle nostre vite. In questo caos delirante, si nota il grande spessore tecnico di Francesco Pracilio al basso e Sebastiano Sputore alla batteria, che con la loro grande sintonia, spazzano via qualsiasi ostacolo. Chiudiamo con una incantevole ballata “My Last Night”, in questa traccia l’ascolto ci porta ai primi lavori della band statunitense Staind e come un dolce ricordo malinconico, ci lasciamo andare al percorso culturale di questo progetto, ricco di spunti notevoli.
Questo primo Ep, scorre in maniera godibile e narra giornate vissute al massimo, con delle tematiche delicate da affrontare. Il risultato viene centrato a pieno e mette in mostra una band solida, che con un grande gusto musicale, si spinge oltre ogni aspettativa.
Voto: 7,5
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