RECENSIONE: Disharmonic – Magiche arti e oscuri deliri
Arrivati al terzo full-length, i friulani Disharmonic approfondiscono ulteriormente tematiche occulte e spirituali che rimandano ai Mortuary Drape. Gli intenti però non riescono a tradursi in solida efficacia in campo musicale.
La proposta si fregia di un black doom atmosferico e cerca di far breccia combinando testi esoterici e riff melodici ma la band fallisce nell’intento di comunicare realmente qualcosa. Manca il tassello fondamentale per arrivare alla sufficienza; riff troppo simili e spesso vuoti che fanno fatica a trasmettere sensazioni tangibili. Le buone intuizioni non mancano ma sono immagazzinate in una amalgama sonora troppo confusa. Sul banco degli imputati le parti vocali in primis. Monotone e per la maggiore fuori tempo con il resto degli strumenti.
La produzione in generale lascia a desiderare. Sono frequenti i momenti dove uno strumento copre l’altro creando una grave incompatibilità. Un disco non sufficiente ma guardando il futuro c’è sempre tempo per rimediare.
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Voto: (5 / 10)
Tracklist:
- Nelle arti e nei deliri
- Cose buie
- Il segno oscuro nascosto in se
- Alter ego magico
- Il casto siero del peccato
- Litania della porta ermetica
- Ippomanzia
- Le sei torri d’alabastro
- Macrochelys Temminkiki
- L’uomo che si veste di bruma
- Il delirio delle arti