Esce oggi Welcome in Disagio, il nuovo lavoro dei Meganoidi
Si erano fatti conoscere al grande pubblico grazie allo ska-core del loro secondo album Into The Darkness, Into The Moda, per poi affermarsi definitivamente grazie a quell’ Outside the Loop, Stupendo Sensation (nel quale avevano virato verso l’alternative rock) che molti ricorderanno per la presenza di Zeta Reticoli, il loro singolo di maggior successo.
Il terzo e successivo step della loro evoluzione musicale (Granvanoeli) aveva fatto storcere il naso a molti dei fan storici della band (compreso il sottoscritto).
Per la verità nel dire “storcere il naso” sto utilizzando un eufemismo bello e buono dato che in varie esibizioni (compresa quella alla quale ho assistito, qualche annetto fa) erano partite verie e proprie bordate di fischi e insulti all’indirizzo dei poveri malcapitati.
In un’intervista (la trovate completa cliccando qui), Mattia Cominotto chitarrista dei Meganoidi dichiarò a proposito della spiacevole situazione che si era andata a creare: “…a noi non interessa, non è la prima volta che succede quello che è successo stasera (fischi e quant’altro) anche il sito è pieno di insulti! L’evoluzione è stata spontanea, voglio dire, facciamo semplicemente ciò che ci piace fare e che ci sentiamo di fare cerchiamo comunque di uscire dai soliti schemi imposti che prevedono strofa/ritornello/strofa/ritornello assolo.”
Da allora, ad esclusione di sporadici malinconici ascolti di quell’Into the Darkness, Into The Moda che mi aveva fatto innamorare di questa band, non ho più seguito le loro sorti, tanto che devo ammettere di non aver nemmeno tentato di ascoltare quello che fino ad oggi era il loro ultimo album, Al Posto del Fuoco, troppo scottato da quel repentino cambio di genere che li aveva visti piombare in un progressive rock degno provocante in me i peggiori istinti suicidi.
Senonchè assolutamente per caso mi sono imbattuto in questo nuovo lavoro, e nonostante lo scetticismo iniziale, devo dire che Welcome in Disagio ha davvero dell’interessante.
Non parlerò di quest’album (anche perchè lo sto ascoltando in questo momento, cliccate qui per fare altrettanto), ma vorrei fare un’osservazione: ossia che questa è l’ennesima dimostrazione che stiamo parlando di una band che è il contrario di tante altre che,una volta trovata la formula vincente, si adagiano sui propri allori rinunciando per soldi e fama a quella voglia (che poi è un vero e proprio istinto) che ognuno di noi ha di provare e sperimentare, di esplorare tutte le sfaccettature della nostra anima musicale e non.
Di certo quella della sperimentazione non è la via più comoda, e può succedere di deludere il proprio pubblico, come anche di deludere se stessi, ma per quanto mi riguarda, preferisco correre il rischio di rimanere deluso da una band (ma con la possibilità, come è successo, di tornare nuovamente ad apprezzarla), piuttosto che avere la sicurezza (che poi è monotonia) di ascoltarne una della quale ascoltato un pezzo hai già praticamente ascoltato tutta la discografia, passata presente e futura.
Come dice Ligabue “chi si accontenta gode così così” (da che pulpito, visto che son 20 anni che lui si accontenta degli stessi due accordi, soffrirà di frigidità, non so..comunque questa è un’altra storia e quel che importa è il senso della citazione).
Ad ogni modo anche voi, musicisti e non, non fate come Ligabue, non fermatevi al Lambrusco, perchè c’è un intera enoteca là fuori..certo capiterà come con i Meganoidi di imbattervi in un Tavernello, ma la vostra buona volontà sarà ben ripagata quando arriverete a gustare un Montepulciano d’Abruzzo come si deve!!!
Forse devo smetterla di bere prima di scrivere articoli ..
🙂