Intervista ai Mazma Rill con il loro nuovo singolo “No One”
Il brano esplora il tema del desiderio e della mancanza di qualcuno
Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la vostra di musica?
Dove sta andando la musica non è per nulla una domanda banale, rispecchia in fondo dove sta andando la società e la cultura sociale del nostro mondo. Oltretutto è difficile generalizzare chiedendosi dove sta andando la musica, sarebbe meglio dire “dove sta andando il mercato musicale” e su quello purtroppo ci sta catapultando in un mondo indirizzato verso il consumo, il facile ritornello o il singolo che dura l’attimo necessario ad entrare in una playlist per poi essere dimenticato. Infine, la nostra musica, beh sta andando in direzione opposta e contraria, cercando di assimilare anche i nuovi paradigmi musicali di oggi, cercando di innovarsi e rischiare ma senza mai perdere ciò che per noi è più importante, quella di riuscire a sentire le vibrazioni dei nostri strumenti e ciò che ci trasmettono.
Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la vostra musica, chi scegliereste? E perché?
Ci piacerebbe entrare in un contesto completamente differente da quello che è il nostro genere. Un gruppo che ci attrae in maniera particolare sono i Prodigy. Hanno un beat fenomenale. È impossibile non scatenarsi ascoltando le loro canzoni… nell’attitudine sono molto più rock di tantissime band.
Quali sono i vostri piani più immediati?
Nell’ultimo anno siamo stati principalmente chiusi in studio per scrivere il nuovo album e non vediamo l’ora di tornare a suonare live. La lontananza dal palco si fa sentire e tutto ciò che gira intorno ad un live ancora di più. E poi continuare a lavorare ai pezzi nuovi che abbiamo in cantiere che per forza di cosa abbiamo tralasciato un po’ e soprattutto pubblicare il nuovo album.
Quanto è importante per voi internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?
Internet ormai è al centro della distribuzione musicale. Se vuoi fare musica a certi livelli devi per forza stare al passo con gli attuali mezzi di comunicazione. E’ uno strumento, che sicuramente può ampliare la diffusione della propria musica. Ormai tutto il mondo è “on line” e con un semplice click si possono oltrepassare oceani…
Per esempio, grazie ad Internet abbiamo il piacere di collaborare con una band Californiana, i “Rotten Apple”, semplicemente scambiandoci messaggi tramite social. Il potere di Internet è veramente qualcosa di strabiliante. Vent’anni addietro una cosa del genere sarebbe stata impensabile.
Sempre convinti che ogni forma d’arte sia la massima espressione della bellezza. Voi da artisti che rapporto avete con la bellezza? Quale il vostro pensiero in merito, in una società ormai distrutta dall’agognata apparenza, in cui l’arte sembra passare in secondo piano?
Oggi purtroppo conta quasi solo l’estetica. Siamo in un’era dove l’apparenza è al centro del mondo, motivo per cui a volte ci sentiamo nostalgici degli anni passati. Siamo molto legati alla storia musicale che ci influenza, dove il connubio tra estetica e cultura è molto profondo, e soprattutto molto più sincero. Per noi la bellezza è rappresentata da qualsiasi cosa sia in grado di generare emozioni. Può derivare da una qualsiasi forma d’arte… siamo circondati dalla bellezza… bisogna solo guardare con attenzione per saperla riconoscere.
C’è differenza tra ciò che ascoltate e ciò che in realtà componete e cantate?
In alcuni casi molta, in altri invece è proprio ciò che ci piace suonare e riprodurre. L’importante che ci sia arte, che dietro un brano ci sia il lavoro di un artista che prova a mettere in musica tutte le sue sensazioni, umori, colori, che la vita gli trasmette. Non importa se è un pezzo jazz, blues o metal, tra l’altro traiamo ispirazione da ciò che ci piace ascoltare e saremmo molto limitati se ogni giorno mettessimo su la stessa playlist degli anni 90!
Chi vorreste ringraziare per chiudere questa intervista?
Ringraziamo la vostra redazione per averci concesso questa intervista e soprattutto un ringraziamento va a tutte le persone che ascoltano la nostra musica. Se vi abbiamo incuriosito con questa intervista date uno sguardo nelle nostre pagine Social o nei Digital Store. Vi Aspettiamo!