Chitarre sporche e testi taglienti, vi presentiamo gli Unibrido..
P.I.G.S è l’esordio discografico per gli Unibrido, trio gastro intestinale abruzzese con forti influenze stoner rock, nelle chitarre di Marvin troviamo il blues old school anni 70. Album registrato al Lunchbox Studio sotto l’attenta supervisione di Luigi Caprara, attuale bassista della band. L’insieme di suoni dal tiro impeccabile, sono una miscela esplosiva fuori dagli schemi, progetto molto maturo che farà strada, i testi in italiano davvero interessanti e pieni di tematiche scomode ma attuali, curati da Carlo il batterista, danno il giusto significato al gruppo.
Si apre con “Mercurio” uno degli ultimi singoli, usciti sotto questo periodo complicato, dal sound noise rock, le chitarre acide si incastrano con la voce tagliente. A seguire la title track, dove il basso segue un tempo danzante di una batteria notevole, il testo rimane unico e devastante. Nella seguente “Non C’è Più Tempo” troviamo il primo cavallo di battaglia della band, nonché primo singolo ufficiale, insieme esce anche un videoclip che non passa inosservato, la chitarra funk è la parte fondamentale del brano.
“Prostituzione” è una delle tracce migliori del disco, una splendida ballata, carica di odio e sofferenza, con una linea vocale di qualità e una ritmica che tocca l’anima. Nel cambio finale e il solo di chitarra, troviamo tutta la grinta in fase di studio, una bomba.
Nella strumentale “Speculazione Trascendente” la tempistica del brano risulta macchinosa, ma l’energia che sprigiona non delude. Un altro brano stupendo è “Labirinti” dove c’è tutta la storia di questo grande lavoro, qualcosa di nuovo con una struttura precisa e studiata alla perfezione.
Prima di chiudere ricordiamo “Segnali” una take dal sound vintage e il groove rock n roll, anche qui il testo è molto interessante. Chiudiamo con “Rumore Freddo” dove una danza tribale si innalza nell’aria, spazzando via tutti i cattivi pensieri, la parte finale dalle tinte quasi doom, strizza l’occhio ai monumentali Black Sabbath, rimane unica nel suo genere.
Un gran bel disco, da non perdere assolutamente, siamo felici che vengono fuori lavori nuovi così, curati in modo pazzesco e con una grande cultura musicale all’interno. Adatto per un viaggio distopico.
Voto: 7
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