RECENSIONE: Camillo Perazzoli – Obey The Giant Squid!
Camillo Perazzoli è un eclettico artista marchigiano, che qualcuno di voi forse ricorderà come membro del duo synthpop Tetrologusi. La musica di Perazzoli è fortemente improntata ad una resa semplice quanto efficace di un revival synthwave alternato a proposte molto legate alle colonne sonore di certi B-Movie, con largo uso di strumenti quali il theremin, l’organo e ritmiche tribali di tamburelli dall’acuto suono secco. Elementi altresì indispensabili e che danno un’ulteriore impronta caratteristica alla sua produzione sono il cantato caldo e profondo, impegnato spesso in testi brevi ma ripetuti come una nenia ipnotica che si fa anch’essa ulteriore strumento che dona scorrevolezza al già orecchiabile insieme strumentale, e soprattutto i contenuti ed i messaggi insiti nelle parole dell’artista, molto spesso grotteschi ed ironici, pur mantenendo in essi una fervida immaginazione evocativa.
Con una produzione solista sparsa qua e là – troviamo qualche vecchio pezzo caricato sul canale Youtube del musicista ed anche altri appartenenti al suo “duetto con se stesso” dal nome The Deux Camillo Perazzoli -, nel 2008 viene caricato sul suo canale Spotify il primo album che possiamo ascoltare per intero, intitolato Jhon Wayne, che a parte presentare momenti più incisivamente rock nell’uso delle chitarre mantiene il solito andazzo che caratterizza la musica di Perazzoli, tra melodie synthpop orecchiabili ed altre più ritmicamente wave accompagnate da testi ironici ed ipnoticamente ripetuti per donare ulteriore vorticosità all’insieme. Quest’anno Perazzoli decide di riproporre la sua musica al pubblico di fedeli che lo segue con un altro lavoro sulla lunga durata, sempre caricato sul suo canale Spotify, intitolato Obey The Giant Squid!, profeticamente impegnato già dal titolo in un concept ironico quanto ispirato e fantasioso.
Il mondo in cui ci accompagna l’artista marchigiano è una sorta di universo parallelo nel quale la Terra viene dispoticamente conquistata ed infine governata da calamari giganti ed altri mostri marini, una trama degna di quei B-Movies le cui atmosfere spesso riecheggiano nella musica del nostro. Il tutto va preso in chiave ironica e goliardica, ma non significa che la divertita leggerezza di questo concept tralasci una cura nelle sonorità propinate. Si assiste invece ad una struttura maniacalmente precisa e coinvolgente dell’insieme dei pezzi, forti di una semplicità compositiva che si fa però potente arma nelle mani del musicista, imbastendo un manifesto musicale fieramente lucido nel suo giocoso incedere ritmato, che va assaporato sia nelle sue sonorità nostalgicamente 80’s e sia nei contenuti dei testi teatralmente ripetuti come mantriche e cupe melodie ulteriori. Aggrappati ad un filo ritmico che bene o male collega ogni singolo pezzo, veniamo avvolti – come tra le viscide spire di un calamaro gigante – da differenti atmosfere evocative, alcune più solenni ed orrifiche cupamente incentrate sulla cavernosa voce di Perazzoli (la intro “Sleep Sea Monster Sleep!”, “Surrender To Lord Squid” o “Giant Squids Will Take Control”), altre più ipnoticamente synthwave come “Discipline”, “Victims” o il tributo al successo della Asylum di “Sharknado”, che oltre a rendere omaggio a quell’ironia grottesca ispiratrice del progetto denota anche una componente ritmica ed orecchiabile invidiabile attraverso la voce calda, il basso sostenuto ed il ritornello che entra in testa. Niente va tralasciato in questo album, che ha insite in ogni dove piccole perle compositive e contenutistiche, come nel vorticare chitarristico quasi gothic rock di “Moby Dick”, punto di vista ironico dei mostri marini che vietano la lettura del classico di Melville nelle scuole perché certi idioti lo prenderebbero troppo alla lettera e finirebbero col perdere la vita in mare tra le loro spire mentre navigano in cerca di avventure. Oppure la suite in due pezzi di “Giant Squid” e “The Ecstasy Of The Squid”, storia di un marinaio che va a caccia del famigerato calamaro gigante ed infine lo trova venendone inevitabilmente catturato, in un’estasi mistica dettata dall’abbraccio viscoso della creatura ben descritta attraverso l’organo orrifico, il basso rampante, psichedelie arpeggiate ed un cantato più alto tonalmente ma sempre vorticoso a suo modo, in linea con l’andazzo ritmato generale.
Tante cose si possono ancora dire di un’opera semplice quanto complessa come questa, folle parto di una mente lucidamente geniale che sceglie l’ipnotico andazzo wave o momenti più oscuramente cadenzati (come le grottesche sonorità b-movie di pezzi come la title track “Obey The Giant Squid!” o la conclusiva ed enigmatica “Little Fishes”) per dar voce alle sue vivide fantasie che, pur mantenendo un tono ironico, vengono sciorinate con grande serietà compositiva ed espressiva. Ulteriore pregio sono i video che accompagnano l’album, nei quali i pezzi scelti fanno da rinnovata colonna sonora a spezzoni di “Ivan Il Terribile” di Ejzenstejn – per i quali sono usati i pezzi più solenni e orrifici, tranne nel caso di “Victims” – o di “L’uomo con la macchina da presa” di Vertov, quest’ultimo il video più interessante partorito da Perazzoli, che alla verve wave di “Discipline” unisce l’allucinatorio montaggio del regista russo.
Validissimo artista a 360 gradi, Perazzoli svolge il suo lavoro di revival oltre il revival in maniera impeccabile, confezionando un’opera della quale non potrete che innamorarvi all’istante.
Link Utili: Facebook / Canale Youtube / Canale Spotify
Voto: (7,5 / 10)
Tracklist
- Sleep Sea Monster Sleep!
- Invoke The Giant Squid
- Discipline
- Surrender To Lord Squid!
- Victims
- Giant Squids Will Take Control
- Obey The Giant Squid!
- Moby Dick
- Sea Monster
- Sharknado
- Giant Squid
- Sweet Giant Squid
- The Ecstasy Of The Squid
- Dangerous
- Little Fishes
Formazione
Camillo Perazzoli: Voce e tutte le strumentazioni