RECENSIONE: The Pools – Seven Comma Eighty-Three
È questa la parola più adatta per descrivere “Seven Comma Eight-Three“, ultimo album dei The pools (che arriva dopo “Of Hidden Things“, 2012,): una pietra grezza da lavorare, da modellare per essere un magnifico gioiello. I 5 milanesi sono tecnicamente preparati e la cosa non sfugge ad un orecchio attento. Le melodie, prevalentemente alt/prog (con divagazioni più easy-listening nella parte centrale del disco), sono sostenute da una buona tecnica a livello di esecuzione ed arrangiamento.
Le chitarre, molto dinamiche, si fondono bene ad un basso tagliente. Commistione amalgamata da una batteria che, nonostante non sia particolarmente articolata, è minimale e precisa. Non molto bene i synth invece, a tratti imprecisi e poco calzanti.
Sono ancora acerbi i The Pools, soprattutto per quel che concerne la qualità e la pulizia delle registrazioni; per il genere intrapreso rappresentano un elemento fondamentale al fine di rendere l’ascolto più coinvolgente e meno noioso. Tuttavia la vera pecca di Seven Comma Eight-Three è rappresentata dall’interpretazione vocale: non solo perché ha una taratura non adatta al genere, presentandosi a volte stonata e poco convinta, ma anche a causa della lingua che la band ha scelto per esprimersi; la pronuncia dell’inglese appare abbastanza incerta ed amatoriale.
Sicuramente c’è del potenziale che, smussati gli angoli più ostici, potrà permettere ai The Pools di fare strada, magari vagliando l’ipotesi di utilizzare la propria lingua madre.
o spiè
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Voto: (3 / 5)
Tracklist:
- The Well Of Creation 05:03
- Arthur The Hedgehog 05:20
- Kerouac The Toad 04:29
- Schumann Resonances 01:46
- Jenny The Peacock 05:1
- Kevin The Mole 03:22
- It’s Full Of Stars 02:10
- Change 03:38
- The Tired Buddha 03:31
- Yellowed 04:19
- Chiara 05:05
Formazione:
Mauro Carminati : Vox
Roland Erulo: Lead Guitar
Massimiliano Bianchessi: Bass
Federico Maggi: Keyboards & Synth
Tommaso Mascheroni: Drums & Percussions