Intervista ai Making Marks
Devo ammetterlo: il Sabato sera padovano non offre quasi mai granchè a chi studia, lavora o semplicemente vive qui, nella città dello Spritz.
Se poi il suddetto Sabato viene inaugurato da un temporalone degno del peggior mare in tempesta, il naufragio non può che essere il naturale (e triste) epilogo di una serata in realtà mai iniziata.
Eppure capita alle volte (e per fortuna, altrimenti avrei già appeso l’uncino al chiodo) di imbattersi in qualcosa o qualcuno che riesce a traghettare la serata in acque più tranquille, ed è quello che è successo l’altroieri quando ho incrociato questa nave vichinga nei pressi del locale La Mela di Newton.
In realtà i quattro mozzi tutto avevano tranne che del vichingo, almeno a giudicare dall’assenza di elmi e dalla loro sbarbataggine peraltro ingannatrice (argomento principale della serata è stato: “ma in Norvegia avete inventato l’elisir di eterna giovinezza?”, dato che a vederli simostravano almeno 4-5 anni in meno di quelli effettivi)
Si trattava dei componenti dei Making Marks, già Mylittlepony (“the band, not the brand”, ci tengono a sottolineare), questa band proveniente da Oslo che fa “norwegian indie pop since 2007”, come scritto sul loro sito ufficiale.
Formata da 2 ragazzi (Ola Innset, alla voce e chitarra, e Jørgen Nordby, alla batteria) e 2 ragazze (Nina Bø alla voce, tastiere e xilofono e Marie Sneve Martiniussen al basso e alla tromba) ha all’attivo un EP “Songs in A Major”, uscito nel 2007, e 2 album “Think Too Much” del 2008 e “Making Marks” (dal quale hanno ripreso il nome) del 2011.
4 ragazzi gentili e molto molto disponibili (tutte quelle dicerie sulla presunta imperturbabilità scandinava: cazzate!), almeno quanto la loro bravura musicale (e l’hanno dimostrato con uno show di tutto rispetto), che si sono prestati molto volentieri a bere una birra in compagnia e a rispondere a qualche domanda, che vi riportiamo qui di seguito.
Ragazzi, come mai qui a Padova?
Padova (che a quanto pare e a giudicare dai loro commenti entusiastici gli è piaciuta davvero molto NdR) è la quarta di cinque date in Italia (le altre sono Roma, Vittorio Veneto, Brescia e Bologna NdR), e se siamo qui dobbiamo ringraziare in particolare Alessandro della band Le Man Avec Les Lunettes, che ha permesso questo nostro minitour.
Come mai avete cambiato il vostro nome da My Little Pony a Making Marks?
Per 5 anni (e in 5 componenti) abbiamo tenuto il nome My Little Pony..quando però un componente ha lasciato il gruppo abbiamo deciso di cambiare nome, per aprire una sorta di nuovo capitolo della band (preferibilmente senza tutti quei pony dentro)
Quali sono i vostri artisti preferiti?
Ce ne sono un infinità, tra i quali sicuramente Paul Simon (dello storico duo Simon & Garfunkel NdR), i Beatles e gli scozzesi Camera Obscura.
Di cosa parlate nei vostri testi?
Parliamo di un pò di tutto, di relazioni andate male e di altre andate meglio, di politica, di società..insomma di tutto quello che abbia a che fare con l’umanità
Potete consigliarci qualche band norvegese che secondo voi merita di essere ascoltata?
The Little Hands of Asphalt, Cold Mailman, Like Spinning, Monzano, Moddi, Sunturns, Hiawata
Beh che dire ancora, semplicemente vorrei rivolgere un sincero e sentito ringraziamento a questi ragazzi per essere stati così simpatici e disponibili, per aver tollerato oltremodo il mio inglese fatiscente e per aver portato un raggio di sole in questa serata padovana, con i migliori auguri per il loro futuro musicale e non… tornate presto a trovarci!!!!!! 🙂
PS: Ola, ti avvertirò per tempo quando uscirà il nuovo cd di Eros Ramazzotti così potrai regalarlo al tuo papà 😉
grande, chissà che bell’esperienza trovarsi con questa bella gente norvegese! io gli avrei continuato a dire per tutta la serata :”e il black metal?!?! bueeeeeeeeeeeeeerrrddd buaaaaarrrrrddd voi venite dalla sua patria grandiiii bueeeeeeerd” e addio intervista
memo per me stesso: mai portare con me lorenzo alle interviste hahaha
manco saprei da dove iniziare per un’intervista, sicuramente dovrei essere ubriaco viste le mie scarse capacità sociali