Torna Rome e il bel cantautorato contemporaneo
Grazie al caro Last.fm (del quale ancora non capisco come la gente possa fare a meno) scopro che è uscito da poco il nuovo album di Jerome Reuter in arte Rome.
Ovviamente non potevo fare altro che procurarmelo subito, non senza i miei soliti timori quando si tratta di recensire nuovi lavori di artisti che venero. Jerome Reuter, troppo comodamente inserito dalla critica nell’ambiente neofolk (con il quale ha poco e niente a che fare se non per le sue tematiche che toccano la religione o la guerra), è un fantastico poeta contemporaneo.
Potente, incisivo, voce da brivido profonda ed avvolgente come i suoi testi eterei e malinconici, capace di sfruttare motivi talmente orecchiabili che fanno vibrare il cuore e venir voglia di ascoltarli ancora e ancora, per non perdere mai quel senso di pace e di calma che avvolge l’ascoltatore in una calda coperta di emozioni. Tutto questo fa di Reuter un moderno cantautore con qualcosa in più, cosa rara ai giorni nostri, dove il cantautorato continua su scie banali e ripetitive.
Tra l’altro la sua è una carriera cominciata solo nel 2006, ma che lo ha portato subito all’attenzione mondiale proprio grazie al suo innovativo approccio musicale. Io ho sempre invitato la gente all’ascolto di Rome, perché è difficile spiegare quello che dà scrivendo un semplice articolo, ed ognuno deve capire da sé ciò che questo artista può accendere o meno in chi ascolta. Già scrissi un album del giorno su di lui (per me, il suo capolavoro, al quale sono molto legato, visto che è stato il mio primo approccio a questo artista) che mi piace ogni tanto riproporre in un ostinato ed egoistico intento ad invitare all’ascolto di un cantante che magari molti troverebbero banale ed insulso, ma che non mi stancherò mai di ascoltare finché campo.
I suoi album sono tutti diversi, non ne ho ancora trovato uno simile all’altro. Si passa da quelli che utilizzano elementi ambient a quelli semplicemente incentrati sulla chitarra e la voce, da quelli che ti rimangono nel cuore a quelli che magari riascolti ogni tanto ma distrattamente. Ma ognuno di essi, nessuno escluso, lascia qualcosa. Ne sono sicuro, Rome lascia sempre qualcosa a chiunque lo ascolta.
Noto in questo Hell Money (che sto ascoltando proprio mentre sto scrivendo vista la fretta che avevo di informare qualcuno che era uscito) che questa volta Jerome imbocca la via della semplicità. In effetti l’album è molto corto e l’utilizzo della voce e della chitarra acustica vengono stavolta preferiti ad atmosfere più intense e a tappezzamenti sonori che troneggiano in altri lavori. La voce calda e avvolgente c’è sempre, quelle note malinconiche prodotte dal pianoforte che tanto lo contraddistinguono si afferrano soltanto in un brano (This Silver Coil), mentre ciò che rimane dell’album è uno sperimentalismo di arpeggio e voce alternati a spigolose accozzaglie ambient che conducono ad un agognato brano finale (The Demon Me – Come Clean) degno dei tempi gloriosi dell’artista.
Deluso? Non proprio devo dire. Il bello è che i lavori di questo artista vanno sempre ascoltati per intero, per assaporare appieno ciò che ti rimane quando l’ultima traccia si affievolisce. Nonostante alcuni punti spigolosi e stiracchiati, ora che l’album è finito mi sento bene, di una serenità malinconica che solo Rome può darmi.
Una recensione semplice e senza pretese, come questo album, che con poco riesce comunque a far centro e a deliziare piacevolmente. Il progetto Rome torna così alla sola presenza di Reuter, stanco di condividere i suoi fantasmi interiori con altri musicisti, e proprio qui risiede la scarna ossatura che regge il suo ultimo lavoro.
Dunque bravo Jerome, ancora una volta mi hai saputo prendere e far tuo con un album talmente veloce che ti lascia spiazzato, al freddo, desideroso di quel calore triste e meraviglioso che i tuoi versi apportano all’umanità.
Voto: (8 / 10)
Rome – Hell Money (2012 – Trisol)
- Tangier Fix
- Fester
- This Silver Coil
- Rough Music
- Among The Wild Boys
- Amsterdam, The Clearing
- Silverstream
- Tightrope Walker (Wild Milk)
- Pornero
- Golden Boy
- Red-Bait
- The Demon Me (Come Clean)