Un ambiente dolce e prezioso per la band Il Silenzio Delle Vergini..
La band post rock strumentale Il Silenzio Delle Vergini, torna sulla scena underground del momento con un nuovo album introspettivo e dalle vibrazioni uniche.
Il progetto si forma a Bergamo nel 2016, da un’idea del chitarrista Armando Cardone e la bassista Cristina Tirella, che si immergono nella sperimentazione a tinte ambient trovando il giusto punto d’incontro in fase di registrazione con un preciso e unico obiettivo personale e di grande spessore.
Dopo il grande impatto nei primi due album, sotto l’attenta produzione dell’etichetta Resisto Distribuzione con base a Ferrara. La band si rimette in gioco con questa nuova perla “Fiori Recisi” questa volta per il grande collettivo I Dischi Del Minollo, con un risultato sorprendente su un lavoro ricco di spunti interessanti. Il disco questa volta si presenta come un concept album definitivo e la sua massima espressione artistica prende vita nelle nove tracce. Come nei precedenti dischi la band inserisce all’interno delle composizioni spunti e influenze cinematografiche, incentrati su dialoghi recitati per creare delle vere e proprie colonne sonore e un vortice di emozioni stupende.
Con l’apertura “Non ho Paura” l’arpeggio di chitarra oscuro e delicato, si incastra al limbo macchinoso e fuori tempo della base elettronica, impreziosito da linee vocali che si lamentano nel sottofondo. Un grande squillo iniziale che lascia il segno. Segue il pattern new wave con accenni sporchi di “Cuore di Farfalla” qui viene aggiunta anche una buona dose di shoegaze e arcobaleni sonori che diventano luce infinita su un tappeto quasi dream pop.
“Mental Code” mette in risalto il passato post punk di Armando, infatti il caos energico e disarmante delle chitarre, apre il suo nucleo noise su campi minati e preziosi, fino al cambio violento e spedito che chiude la composizione. La linea vocale incantevole prende vita su “Radici di Paradiso” per un tiro meticoloso electro pop, quasi a voler raccontare una pellicola anni 80 anche qui le influenze a progetti storici come i Cure è evidente.
Il synth delirante spinge il brano “Necessità” su un percorso molto tecnico e complesso, seguendo sempre una linea godibile in chiave elettronica. Senza troppi freni la take scorre lentamente nel vuoto dissonante. “Cenere” invece è un’altra opera con sonorità immense e lucide, dove il dialogo recitato si incastra alla perfezione. Verso la fine ci soffermiamo sulla drum machine martellante di “Gambino” che ad ogni colpo di synth alza il suo valore sperimentale e lentamente si addormenta su note leggere. Mentre la title track accelera sensibilmente il suo mood, con un riff ruvido e il synth enorme si agita in modo grandioso. Chiudiamo con il finale raffinato di “Il Treno dei Desideri” che è anche il primo singolo rilasciato sotto una grande emozione, un brano che entra nell’anima sulle dolcissime note del pianoforte che completa in modo impeccabile questo disco.
Un disco importante, per un gruppo che nell’arco di questi anni è cresciuto a livelli preziosi. C’è bisogno di un ascolto accurato e una buona cultura mentale, per arrivare nel profondo di questo album, che non passerà inosservato.
VOTO: 7
LINK UTILI:
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° Bandcamp: https://ilsilenziodellevergini1.bandcamp.com/album/fiori-recisi