PIA TUCCITTO: il rock romantico, il rock classico, il rock italiano
Gira il 33 giri di Pia Tuccito. Gira un disco di bellissimo Rock dalle tinte antiche, figlie di una scena che personalmente mi rimanda ai dopo scuola della mia adolescenza, alle classifiche del sabato, alle liriche da scrivere nei diari segreti e a quel main stream che per “pop” voleva una musica fatta di amplificatori a valvole e chitarre elettriche al servizio di nelle melodie da cantare. E qualcuno dice che il santo pop-rock italiano sia morto e sepolto (o poco ci manca). Gli farei ascoltare questo nuovo lavoro della Tuccitto dal titolo “Romantica io” in cui troviamo si dei grandi punti fermi come la celebre “E…” ma anche e soprattutto le canzoni nuove.
Canzoni che suonano in un equilibrio di saggezza, se posso dirlo in questo modo, niente irruenza ma soprattutto una lirica dal peso poetico che sa come gestire le attese, le dinamiche, quel bisogno di suono e quel dovere di poesia. Perché fare “poesia”, qualunque cosa voglia dire questa parola, è un dovere artistico per come la vedo io… e Pia Tuccitto riesce benissimo in questo disco di grande e matura umiltà. L’epica introduzione di “Come nei films” si alterna al mood sbarazzino di “Com’è bello il mio amore” dagli sviluppi davvero affascinanti, ricchi di aria e spazi aperti nelle tonalità maggiori.
Ed il disco fa questo per tutte e 11 le tracce, anche quando il pianoforte e l’intimità di “Perché tutto muore” sembrano addolcire i contorni del ferro, in realtà quei passaggi in settima ci lasciano prevedere che “il bello” arriverà a breve… e così accade. Molto curati i suoi, di chitarra soprattutto e mix di voce che deragliano sfacciatamente dalle linee “pop” che ci aspetteremmo e, in questo tema, il brano “Sto benissimo” è forse il momento più interessante. L’univo vero angolo in cui sostare arriva con l’emozionante “Stupida per te” e con il suo tappeto orchestrale che sembra davvero essere un fiore elegante in questo mare di ferro lavorato a mano da un artigiano esperto. “Romantica io” è proprio così: un disco artigiano come ormai abbiamo perduto l’occasione di ascoltare e di riconoscere soprattutto. Per fortuna resiste la voce di chi come Pia Tuccitto non decide di piegarsi ai computer e alle liriche facili.