DARIO DEE: uno sguardo colorato…
In bilico tra il pop d’autore di stilemi classici e l’innovazione digitale che per poco non emigra stabilmente in regimi di trap e rap. Ma da quelle parte del mondo non ci arriveremo mai almeno sentendo il nuovo disco del cantautore pugliese Dario Dee che rilascia sulla scena indie italiana “Dario è uscito dalla stanza”. Sono canzoni dal piglio intelligente ed emotivo, con questa voce che si caratterizza e caratterizza il suono stesso. Intriganti e forti i punti di estetica che il nostro usa nell’analisi ormai popolare del popolo e della società. E se troveremo l’amore più rivolto verso se stessi, troveremo anche l’accettazione, il senso civico, l’attualità globale… troveremo l’emancipazione in una canzone che si presenta leggera e innovativa, senza gridare al miracolo e senza un dialogo che mai ci saremmo aspettati. Le soluzioni ormai sono sempre le stesse… ma in questi casi sono celebrate con estrema personalità. Il singolo di lancio ad esempio: un vero tormentone che ha da dire tanto sulla vita quotidiana di ognuno di noi.
Dario Dee… cantautore… ti conosciamo con questo disco ma dietro le quinte del tempo c’è tanto altro. Ci fai un riassunto efficace?
Sono anziano non è mica facile (:
Nato in Puglia alieno tra ulivi e l’Adriatico, cittadino del Mondo ho vissuto 15 anni a Roma, oggi viaggio spesso e vivo quasi all’ombra delle Dolomiti. Ho studiato pianoforte in Conservatorio ma sono figlio dell’elettronica anni Ottanta e del soul anni Novanta. Un casino.
La prima grande differenza con il passato lavoro? Maturità, punti di forza e soprattutto… punti di flesso? Ci sono cose che rimpiangi di non aver fatto come avresti voluto?
La differenza sta nel coraggio di parlare senza metafore che alla fine erano solo un modo per nascondere una parte di me al pubblico. Poi la mia produzione è più ricca e sincera, sono soddisfatto. Ci sono cose che rimpiango di non avere fatto come volevo, ma è una delle spinte che mi porta a produrre musica nuova. Ora infatti non vedo l’ora di richiudermi in studio.
Protagonisti e comparse del disco? “Fuori dalla stanza” chi hai incontrato per realizzare il lavoro?
Ho incontrato chi l’ha ispirato ma nel concreto l’ho prodotto e realizzato nel mio studio. Ho incontrato le storie di chi si innamora, di chi lotta contro il tempo dimenticando di vivere il presente, di chi sopravvive alla guerra, di chi scappa dalla violenza. E poi ho raccontato me fuori dalla stanza.
E parlaci di questo bellissimo video…
Un progetto importante nato grazie all’amore di tutti quelli che ci hanno lavorato. Grazie al regista Lorenzo Zanoni che mi ha letto dentro. Abbiamo portato il circo e il lunapark in un appartamento. Le apparenze ingannano. Chi ha detto che un elefante non possa fare la ballerina?
Il pesce corallo rosso della tua canzone è un immagine assolutamente forte. Aiutaci a capirla…
L’amore a volte fa male. Io non ne potevo più soprattutto di rincorrere solo per sentirmi amato. Mi sono chiuso in casa ma per chi mi è stato attorno sembrava strano, avrei potuto divertirmi. Oggi il sesso è ovunque perché rifiutarlo, ti dicono. Allora scrissi questa filastrocca per fare capire a tutti che preferivo starmene a casa solo. Dopo anni l’ho recuperata da un mio diario e l’ho trovata così divertente che ne ho fatto una canzone ma mai avrei creduto che sarebbe diventata una delle mie preferite e tra le più amate dal pubblico che mi segue.
Sono passati dei mesi dall’uscita del disco. Come si è evoluta la spiritualità artistica di Dario Dee?
Si è evoluta a tal punto che oggi sente la necessità di svestirsi e farsi ascoltare nuda, sto iniziando a lavorare in studio su un progetto doppio. Da una parte cultura pop, il Dario più pop che ci sia; dall’altra la voce nuda, un pianoforte e una chitarra acustica. Ma non posso svelare ancora tanto di questo progetto, mi piace sparire per un po’ e poi a sorpresa tornare.Che poi forse oggi è la cosa meno pop che ci sia, ma io sono sempre un gran casino.