SUVARI: la paura si sconfigge
Ep breve ma intenso quello di Luca De Santis che in arte conosciamo come SUVARI, lavoroche prende in prestito le radici di molti per sagomare la sua crescita artistica e spirituale che con questa seconda uscita dimostra di essere sicuramente fortificata e ricca di sicurezza. Tra i debiti a cui rimandiamo forse c’è Moby in particolare, le cui sembianze si lasciano intravedere più facilmente soprattutto dalla primissima “Altrove” di cui c’è il video di lancio in rete. SUVARI arriva così a prendere dalla vita la consapevolezza dell’evoluzione e esorcizza la paura con questo disco dal titolo emblematico che è “Di che cosa hai paura?” pubblicato da NuFabric / Artisti First. Elettronica ma anche liriche d’autore in piena linea con la scena indie-pop del momento. Ascolti interessanti qui su Interstella:
Esce “Di che cosa hai paura?”: e questo nuovo disco di Suvari a cosa deve l’ispirazione?
Avevo voglia di far uscire della musica nuova, al fine di celebrare un anno dall’uscita del disco “Prove per un incendio”. Sono successe tante cose in questi 12 mesi, quindi questo ep è un modo perfetto per fare il punto della situazione. L’ispirazione per queste canzoni arriva dai discorsi da bar, sembra che il sentimento più ricorrente sia la paura ultimamente, così ho fatto mia questa idea: di cosa avere paura?
Paura del futuro, paura di diventare grandi (“Supertele”), paura di essere “Altrove”. Paura di prendere consapevolezza. Questa è la paura che ci leggo io… cosa mi dici?
Si verissimo. Come appunto dicevo prima, tutti parlano di paure, le mie sono legate ai soliti cambiamenti personali della vita, cambiare casa, accettare nuove responsabilità e tutto quello che cambia intorno a noi.
Francesco Megha. Un nuovo incontro per nuova musica. Com’è stato questo lavorare assieme?
Un’esperienza prima di tutto divertente. La collaborazione con Megha arriva dal consiglio di un amico, e devo dire che è stato un ottimo consiglio. Le giornate passate a registrare con Francesco mi hanno anche permesso di capire molto di più del modo di produrre e di interpretare le mie idee musicali.
Facendo un confronto con “Prove per un incendio” c’è stata maturità, evoluzione o semplice trasformazione? Noto meno “futuro” nei suoni di questo disco ad esempio…
Direi evoluzione, il modo di scrivere per me è identico a prima, i testi si sono orientati su riflessioni diverse, ma le sonorità partono dalle stesse ispirazioni e idee di scrittura.
Il disco precedente aveva un suono più scuro e chiuso, questo ep ha un suono forse più fresco, manca il basso elettrico a favore di più elementi elettronici.
E del pop italiano che mi dici? Anche in Suvari, in questo nuovo disco, noto che il pop è divenuto più leggero, libero, pronto all’uso… non è così?
Si in maniera non calcolata questi suoni più freschi e puliti hanno valorizzato gli elementi pop delle canzoni, o forse sono più allegro io rispetto ad un anno fa.
Per quanto riguarda il pop italiano sicuramente c’è stata una rivoluzione musicale negli ultimi anni che ha portato giovani artisti a fare numeri enormi in termini di ascoltatori e presenze live, cosa che ha fatto bene a tutti.