MEDICAMENTOSA: l’allagamento della musica emersa
Concetto forte quello di “Floodd” terzo Ep di Bruno Mari aka MEDICAMENTOSA, un producer che sta investendo tempo ed estro nella sperimentazione di ambienti e visioni digitali, di suoni composti e di frattali sensoriali – come piace definirli a me. Questo disco di 5 inediti si divide in due scenari: il primo più scorrevole, quasi attento ad una forma canzone. Il secondo si fa rarefatto, forse più in linea con le sue filosofie di composizione. Nel mezzo, uno spartiacque dal titolo “Avremo le ali e le branchie” in cui il funky anni ’80 che quasi riprende quel suono pop che richiama molto quel sapore di sax e di Italia in piena crescita industriale e di benessere di lusso. Il video di lancio è assai irriverente di qualità, quasi a sfidare un certo cliché che ci vuole confinare ormai in un esoterismo tecnologico che un tempo era appannaggio solo di grandissime produzione. Medicamentosa invece riduce all’osso l’espressione ricordando molti di quei progetti che hanno sfidato il tutto possibile affidandosi magari a semplici telefonino o a video di basso profilo, volutamente e in modo provocatorio. Un progetto interessante che qui ad Interstella sottolineiamo con piacere.
Un moniker assolutamente insolito. Da cosa nasce?
Nasce da una notte in cui ero strafatto andavo in bici e mi è venuto in mente a caso e mi è piaciuto come suonava. Me – di – ca – ment – to – sa. È fresco.
Dividere il mondo sonoro in brani più “terreni” e brani più lisergici. Che significato racchiude questa scelta?
Racchiude la scelta del descrivere sensazioni ambienti e situazioni diverse. Certi pezzi catturano immagini dal reale, altri dall’immaginato. È l’immaginato è sempre più lisergico e meno terreno.
Allagamento delle terre emerse. Allagamento in genere potrebbe raffigurare tanto. Dicci di te… come mai hai pensato a questo?
Il pensiero dell’allagamento viene dal fatto che ho sempre temuto le conseguenze dei cambiamenti climatici, fino a sognare diverse volte onde enormi travolgermi in situazioni diverse. Nel disco volevo parlare delle sensazioni legate a questa problematica, volevo giocare con la mia paura.
E poi parliamo anche dell’aspetto sociale perché p inevitabile che questo disco rimandi anche a dinamiche di questo tipo… o sbaglio?
L’aspetto sociale c’è sia dal momento in cui è legato alla sovrappopolazione e alla crescita esponenziale del numero di persone e allo stesso tempo dei problemi di solitudine e infelicità nel mondo occidentale. Nel pezzo centrale c’è una frase abbastanza criptica che rappresenta però bene questo problema: “Termina il film / E sola in casa / Apri il lavandino / Affogali”
Ci colpisce il video. Istintivo, immediato e forse “amatoriale” come ho letto da più parti. Una scelta evidentemente. Come mai?
Volevo ispirarmi all’estetica Vaporwave e all’idea che c’è dietro di una rivisitazione del “vintage” con aspetti ironici. Nel caso del video volevo farlo simile a un video di Micheal Jackson, che negli anni ’70 era avanti mentre al giorno d’oggi, con me al posto di MJ, è “indietro” e ridicolo.
A chiudere: riesci a visualizzare sin da queste battute l’evoluzione di Medicamentosa?
Si, perché ho molto materiale da parte. E nonostante l’aspetto della psichedelia continuerà ad essere preponderante ci sono tanti altri aspetti e stili che metterò in mostra. Non voglio limitarmi ma creare un sound indipendentemente dal genere e dal periodo.