GRAY RENDA: volo in picchiata dentro questo nuovo singolo
Parlare con artisti come Gray Renda fa bene al cuore. Fa bene ai salutisti della parola e male acido ai perbenismi armati di maschere. Fa male al sistema che cerca di levarci dai giochi autonomi. Gray Renda torna in scena con un singolo dal titolo “Nato senza un cuore”, drammatico, pungente e direbbe lui anche “poco Pop e molto Dannato”… siamo di fronte una canzone d’autore di liberazione e di disagio, un rock americano che si piega alle liriche italiane, lui che nel DNA ha nomi come Cash con tutto quel che esso comporta. Gray Renda mette in circolo questo videoclip, si leva anche i vestiti oltre ad urlare a braccia levate quanto sia speciale la vita con tutte le sue contraddizioni. Forse è proprio da esse che nasce l’arte e l’artista…
Un brano intenso e ricco di spiritualità. Almeno questo mi arriva da tuo pop-rock dal retrogusto “dannato”. Dicci una parola, la più importante che regge in piedi tutto il brano…
Ciao… io direi “Crudo”.
Poi aggiungerei Tagliente, Diretto e Nudo… poco Pop e molto Dannato… Anche per scelte sonore, oltre che di testo.
Vengo da un disco “SessantanoveinCerchio”, che ho dovuto forzatamente accettare, perché registrato in varie sessioni e che giocoforza mi ha imposto delle scelte stilistiche. Non rinnego quel lavoro, perché mi ha permesso di tornare in giro, e ringrazio Antonio Inserillo per l’apporto creativo e artistico che ha dato a quel lavoro, senza di lui sarebbe stato impossibile arrivare alla fine. Però vi invito a seguire i miei show, l’essenza di quei brani la potrete ritrovare solo dentro le nude versioni chitarra e voce. Se una canzone è buona deve girare così, altrimenti a voglia a sperimentare. La stessa cosa mi succede ogni volta che prendo la chitarra e suono Nato senza un Cuore.
Senza un cuore ma anche senza gli abiti. Nudo nei sentimenti o nudo nel futuro, nel senso che non c’è o non riesci a vederlo un futuro? Io penserei più a questa seconda chiave di lettura…
Io “non ho l‘età” per giocare a fare la RockStar. E onestamente non mi è mai importato niente di diventarlo. Neanche quando mi offrirono il contratto a soli 23 anni negli Stati Uniti. Ho mandato a casa un vecchio dirigente Emi dell’epoca che mi chiedeva di cantare in italiano… Ligabue doveva ancora fare il grande botto e i Litfiba se la stavano giocando a colpi bassi con i Diaframma. Ma io venivo dalla Calabria. Dal nulla. E soprattutto in Calabria si vive ieri come oggi di campanilismi. E chi poteva dare una mano alla Musica, gli organizzatori e i vari selettori per i grandi concorsi, (leggi Arezzo Wave!) ha preferito provare a fare la Rockstar tentando ad esempio di aprire il concerto di Vasco a Catanzaro, sfruttando le conoscenze politiche, e le “Rrraccomandazioni”!
Io suono ancora e ci sono… loro??? Boh… forse che sono finalmente andati a farsi fottere!???
Io non smetto di sognare. Chi sogna possiede il futuro che altro non è che l’irrealizzato, quindi il sogno.
Ognuno ha il suo Grande Sogno. Anche tu che mi chiedi se vedo un futuro!
Certo che lo vedo! Ho un figlio di sei anni a cui ho dedicato il video… credi mai che potrei pensare di rinnegare il futuro???
Hanno provato a condannarmi per ciò che sono. Hanno scritto la sentenza. Ma possono farlo per il mio passato. Non per il mio futuro, quello deve essere ancora scritto. E il mio Futuro lo scrivo io. Adesso.
“E guardo su nel cielo e cerco di capire se è vero… che il sole che splende è lo stesso anche per chi non ha un cuore.”
Me lo chiedo sempre … e ci credo!
A presto