ROCKY HORROR: un salto nel sociale
Rock di matrice inaspettatamente americana vista la loro provenienza dal mondo delle posse e dei centri sociali. Il primo lancio lo ricordiamo infatti con la loro cover di “Stop al panico”, storica bandiera del movimento. Ed è forse anche quel retrogusto punk che in qualche modo muove la ragione sociale dei brani dei Rocky Horror che codificano un male di vivere e una ribellione dalle abitudini con un muro di chitare e power chord e tanti arrangiamenti gustosi anche figli di questa nutrita schiera di collaborazioni che è cifra stilistica dei pugliesi guidati da Justice. Si intitola “Un salto nel buio” questa nuova saga discografica dei nostri, pubblicata da IRMA Records e SELF Distribuzioni. Sono 9 nuove canzoni in cui non è più il sistema ad essere sotto attacco, in fondo non lo è mai stato leggendo i testi delle loro canzoni: i Rocky puntano la denuncia in direzione dell’uomo nel suo quotidiano e questa inutile ricerca di una finta personalizzazione che diviene poi spietata omologazione senza sconti di pena. Canzoni che trovo molto importanti per la generazione che corre: uno schiaffo in faccia all’ipocrisia del tutto possibile in quest’attualità del tutto possibile. Almeno in apparenza… ma le apparenze sono quelle che contano, ci insegna il sistema. Occhio dunque al video ufficiale di “Siamo noi”…
Rocky Horror! Justice che fine ha fatto “Fuckin’ Shit”?
Diciamo che tutti sin dagli esordi, per comodità e non solo, ci hanno sempre chiamato “Rocky Horror” e basta, di conseguenza, col passare del tempo, ci siamo abituati ed adeguati anche noi alla cosa.
Questa linea artistica che vuole mettere assieme il Rap con il Rock, che origini ha per voi?
L’idea iniziale era quella di mettere insieme non solo questi due generi, ma anche tanti altri, col fine ultimo di creare un nostro sound all’insegna della sperimentazione, e credo che finora siamo rimasti fedeli a quella linea. “Siamo noi” poi, il nostro nuovo singolo e video (con protagonista la playmate di Playboy Kelly Rey), ne è l’emblema, grazie anche alla partecipazione di Esa (OTR / Gente Guasta), un king dell’Hip Hop italiano, ed Ettore Carloni (RHumornero).
Un nuovo album e di nuovo una mole di collaborazioni davvero interessanti: perché questo bisogno di condividere così tanto la vostra musica?
Perché lavorare con altri artisti ti fa crescere e ti apre la mente, è uno sprono a fare sempre meglio e siamo onorati di avere con noi in questa opera Lord Madness, membri delle band di Alborosie, Brunori Sas, e poi ancora componenti di Lacuna Coil, Meganoidi, Death SS, Strana Officina, Cadaveria, Opera IX, Terroni Uniti, Bisca, Fratelli di Soledad, The Hormonauts, Blastema, Chop Chop Band, ecc..
Dj Blast (Sona Sle) finalmente nel gruppo in pianta stabile o sbaglio?
Giuseppe è più che altro un live member del side project Pino Scotto & Rocky Horror, con il quale siamo “on the road” oltre che da soli (“Un salto nel buio tour”, ndr), anche se in realtà, da quando ci siamo conosciuti per lavorare sul nostro precedente l.p., è ormai una presenza fissa in tutto ciò che facciamo.
Un grande cambiamento per voi è di sicuro l’ingresso di Francesco Petrillo come nuovo batterista?
Sì, Joey fa parte della formazione relativamente da poco tempo, ma si è subito integrato al meglio ed è diventato “uno di noi”!
In conclusione, “Un salto nel buio” (Irma Records / Self Distribuzione), col senno di poi, che disco è? Ricalcate quel bisogno di spazio e di rivalsa che avevate intrapreso nel penultimo lavoro?
Rappresenta ciò che siamo oggi, che ovviamente è il naturale proseguo di quello che siamo stati sin dal principio: “… Rock + rima, fuori da ogni schema, anticensura, antisistema… “!