[INTERVISTA] I GRAN TORINO si raccontano Interstella mag
I Gran Torino, dopo la pubblicazione del nuovo singolo “Abbracciami”, ci dedicano qualche minuto per raccontarci un po’ della loro storia e degli ultimi lavori.
Quando si è formata la band dei Gran Torino e da chi è composta?
La band è composta da Daniele Berni e Marco Paradisi (o viceversa).
Suoniamo insieme da sempre ma nel 2013 abbiamo deciso di iniziare qualcosa di nuovo che ci rappresentasse di più.
Di recente è uscito il vostro singolo “Abbracciami”. Di cosa parla questo brano?
Questo singolo parla di ogni persona che inizia a dare per scontato qualcosa: un amore, l’amicizia, qualsiasi rapporto in generale.
Questo nuovo singolo è accompagnato da un videoclip molto bello, che ci ha fatto venir voglia di scoprire (o, in alcuni casi, riscoprire: come per “Fotografie” di cui avevamo già parlato su Interstella) i vostri vecchi video e abbiamo notato, tra le altre cose, che siete restii ad apparire personalmente nei vostri videoclip. È una scelta ben precisa?
Ci fa davvero piacere vi sia piaciuto, ci fa altrettanto piacere attribuire il merito di questi complimenti ai ragazzi di Street Style Studio (Daniele e Debora) che hanno interamente realizzato il videoclip.
Diciamo che per ora non abbiamo sentito l’esigenza di apparire nei nostri videoclip, forse per dare più importanza alla musica ed ai testi, forse perché siamo troppo belli, di certo siamo in tempo per rimediare.
“Abbracciami” è uno dei due singoli che sanciscono il vostro ritorno sulle scene dopo l’uscita del vostro debut album, “Albero e Terra”. L’altro singolo, uscito a luglio, è “Che fine vuoi?”. Quali motivazioni vi hanno condotto a scegliere proprio questi due brani per inaugurare questo nuovo percorso? Cosa hanno in comune e cosa invece li discosta particolarmente dai “vecchi” Gran Torino?
“Che fine vuoi?” è l’ultimo brano che abbiamo scritto, ci ha colti di sorpresa e convinto ad usarlo come primo singolo di questo nuovo disco: è diverso, diretto. Al contrario “Abbracciami” è più riflessivo, introverso, spinge l’ascoltatore ad interpretarlo come desidera. Il comune denominatore di tutti i nostri brani è la ricerca di comunicare il nostro (a volte mal) essere, mentre le differenze sostanziali sono nella ricerca di un sound più moderno rispetto al nostro album di debutto, “Albero e Terra”.
Ci sono dischi, italiani o stranieri, che vi hanno segnato profondamente, di quelli che una volta suonata l’ultima nota non si riesce a smettere di farli ripartire di nuovo?
Possiamo dire di essere stati segnati profondamente da dischi come “Science”/”Make yourself” (Incubus), “White Pony” (Deftones), “Microchip Emozionale”(Subsonica), per quanto riguarda la scrittura riteniamo invece Niccolò Fabi una bellissima meta.
Come certamente avrete letto, il prossimo Festival di Sanremo ha una larghissima presenza di VIP dell’ambiente “indie” (dagli Zen Circus a Motta, passando per Boomdabash ed Ex-Otago). Cosa ne pensate di questa accresciuta consapevolezza che il music-biz sta avendo nei confronti della musica un tempo definita “alternativa” (a quella “mainstream”)?
Pensiamo e speriamo che sia un segnale positivo per quanto riguarda la crescita della musica underground (emergente e non) in generale, in Italia. C’è ancora molto da fare per poter vivere in un paese che proponga un ventaglio musicale più ampio, siamo ancora molto legati alle mode del momento, però ascoltare in quella kermesse gli artisti che avete nominato è sicuramente già un buon passo.
Come pronosticate il 2019 dei Gran Torino?
Il più possibile sul palco, in mezzo ad amici vecchi e nuovi, sperando di essere ascoltati il più possibile!
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