Roby Cantafio: esordio rock di prima specie
Si intitola “Fuori e dentro di me” l’ascolto che finalmente, dico finalmente, torna a dare voce al rock nostrano di prima scuola, di grandissimo gusto vintage. E non a caso troviamo tra le featuring il mitico Ricky Portera. E il sound esplode senza se e senza ma. Lo conosciamo da poco questo cantautore rock milanese ROBY CANTAFIO che si presenta anche nel look come da didascalia rock citando maestro di immortalità conclamata. E questo disco che scorre con l’imbarazzo che si vive (ed è cosa importante) quando la sensazione è quella di presentare oggi un disco che avrebbe avuto altre glorie almeno 30 anni fa. Oggi che la musica diviene digitale anche per le chitarre elettriche, oggi che i video sono innovativi e hanno per il piglio live dei mitici anni ’80. Oggi che un Roby Cantafio sembra vecchio per i giovanissimi della scena indie, per noi che siamo cresciuti con le pareti di amplificatori diciamo finalmente. Che poi questo non è un disco di rock duro che sfonda il muro del suono ma strizza fortemente l’occhio al pop da cassetta e ci cattura il mix e la produzione di voce che forse rappresenta l’unico vero momento di uscita dal trend acclamato del rock (e per certi versi anche del pop tradizionale). E dall’altro di un’esperienza di vita, Roby Cantafio canta l’esserci a questo mondo nelle sue mille sfaccettature umane, sentimenti, impressioni, paure e fragilità. E se ballad più dolci come “Sentimi” o “Dentro il mare” promettono analisi e introspezione, allora momenti come “Sento il cuore che batte” o “Il mondo che trema” o “Come un falco che vola” riescono a riportarci indietro, innegabili nostalgici, a questi stage di chitarre che non lasciano spazio ad altro. Il bel rock che suona pop per i gusti di tutti. Un esordio che non potevamo non sottolineare.