[INTERVISTA] Marco Negri: un nuovo mondo da scoprire
Niente di paradossale e soprattutto niente che sia innovativo. Ma tutto di personale e tutto di grande carattere e direi che questi sono ingredienti che oggi mancano quasi completamente, vittime come siamo dell’eterno apparire. Marco Negri, mantovano, rocker e cantautore se proprio vogliamo sfoggiare delle etichette, pubblica questo disco d’esordio dal titolo “Il mondo secondo Marco”. Sono 12 inediti che cercano di trasgredire ad una certa forma celebrando nette ispirazioni non solo verso la scuola romagnola ed emiliana del Rock nostrano ma anche chiamando in causa colossi inglesi ed americani, quel certo modo di fare del grunge e un’anima punk che non deve mai guastare. Marco Negri con questo disco dividerà sicuramente la critica: non è apparenza, è semplicità di essere.
Ho letto diverse interviste e devo dire che in tutte si nasconde un malcontento verso un qualcosa. C’è una sorta di rabbia. Come trovi la critica discografica attuale? Spesso quello che si dice nelle testate (anche di altri artisti che segui) risponde a verità?
Allora secondo me la critica è giusta, o meglio ci sta che qualcuno recensisca il tuo disco , la tua canzone , perché comunque devono fare il loro lavoro; non ci sta che qualche dilettante allo sbaraglio voglia fare il fenomeno e scriva sonore minchiate tanto per fare il figo e fare vedere quanto è bravo a scrivere affossando il cantante di turno. Se deve farsi notare che vada a fare il circense. Parlo dei giornalai che scrivono su testate locali per due lire… (con tutto il rispetto per gli edicolanti). Per quanto riguarda la mia rabbia hai centrato il bersaglio, sono incazzato per qualcosa ma non so nemmeno io per cosa, è qualcosa che mi mangia dentro, un bisogno di attenzione di comunicare con tante persone qualsiasi cosa, che sia frustrazioni, amori, illusioni. Fa parte di me.
“Il mondo secondo Marco”: quanto dista e quanto è “altro” rispetto al mondo secondo gli altri?
È uguale a quello degli altri solo che io amplifico tutto quello che mi succede , per cui vedo le cose un po’ più distorte o più drammatiche di quanto non veda una persona normale. La contraddizione mi perseguita, la musica la scrittura è una terapia.
E ascoltando questo disco in fondo mi viene da chiederti: ha qualche interesse per te sapere com’è il mondo secondo gli altri?
Si e no; Si perché prendo ispirazione da quello che sentono, vivono le persone. No perché devo capire quello che voglio io veramente e prendere in mano la situazione scrivendo e producendo al massimo.
Hai ragione quando dici di non rivoluzionare nulla però devi concedermi di sottolineare quanto sia bella la tua assoluta dedizione all’espressione artistica. Invidio chi come te ci riesce. Quanto pesa il giudizio degli altri?
Ti ringrazio di cuore, io provo solo a far sentire la mia voce; Zucchero diceva: “Urlate urlate qualcosa succederà”, eh prima o poi…
Pesa molto il giudizio degli altri, è un chiodo fisso per me. Il piacere o non piacere alle persone è qualcosa che devi guadagnarti , lavorando mostrandoti per quello che sei. Davanti alla gente è naturale avere timore, ci sta, è umano guai a non averlo!
Parliamo di contaminazione. La scena rock italiana, soprattutto quella emiliana, la sento assai forte nelle tue scritture. Cosa ne pensi?
Non lo so proprio… Me l’hanno detto altri giornalisti. Mah che posso dire, sai ho ascoltato tanta di quella musica che sicuramente qualcosa ho assimilato.
E di nuovo una domanda assai spirituale: questo disco quanto somiglia al Marco Negri di tutti i giorni?
Per questo disco, anche se non sembra sono dovuto scendere dal piedistallo del “faccio un disco coi contro c…i”. Pezzi come “Prendi il sole”, “Quella volta che”, “L’ultimo sole#2” sono brani che al primo ascolto possono sembrare allegri, orecchiabili, scanzonati ma nascondono verità per me assolute.
Link utili: Facebook | Youtube