FRANCESS: l’Italia nel resto del mondo
Origini giamaicane, nata a New York e poi quel piglio decisamente inglese in una produzione che vive e gode di buonissima saluta su territorio italiano. Diciamo che il mondo interculturale di Francess si fa sentire ma diciamo anche che quel certo “ritorno a casa” – dove per casa intendiamo la nostra bella Italia – è sempre presente anche in modo decisivo. Si ascolti il bel disco “A bit of Italiano” in cui la nostra danzava saltellando tra l’inglese e l’italiano con canzoni portanti della nostra cultura di musica leggera. Ma oggi è tempo di inediti e vi presentiamo “Submerge”, prodotto da Sonic Factory con la collaborazione di Mauro Isetti ed Egidio Perduca per quanto riguarda la musica. Inediti di ovvio stampo americano, tra R’n’B e Pop digitale, con anima nera di Blues e Gospel che mantecano il tutto. E se tracce come “Follow me” o la successiva “Ivory” strizzano forte l’occhio al sole e alla bella melodia italiana, un brani come “Ready Set Go” o “Moon” inevitabilmente ci trasportano nella grande America di luci e coreografie dai grandi effetti. Punto il dito sulla bellissima “Memory Lane” come vertice di un ascolto multicolore e multiculturale: la bella melodia, un buon respiro e grandissimo gusto.
Canzoni nuove. Parliamo del lavoro con Mauro Isetti ed Egidio Perduca. La scrittura di questa musica da parte loro, quanto ti somiglia o quanto invece è stata ostica per le tue liriche?
Ormai sono molti anni che lavoriamo insieme. Mi hanno ascoltata e vista crescere quindi devo dire che ci incontriamo sempre nella creazione di nuovi brani. Per me fare musica vuol dire esplorare, sperimentare e cercare sé stessi in quello che si crea ed è proprio questo il lavoro che facciamo.
E qui scatta la fatidica domanda, forse la più famosa di tutte: prima il testo o prima la musica? Chi si è adattato a chi?
Per il modo in cui abbiamo sempre impostato il lavoro, prima la musica e poi il testo. Fino ad ora ha sempre funzionato per noi ma non escludo però che le cose possano cambiare.
Il suono poi della produzione – e qui chiamiamo in causa la Sonic Factory – ormai per te è una sicurezza o è stata una sfida e una scommessa? Risultato?
Trovare il suono giusto in cui mi potessi esprimere al meglio è stato e continua ad essere un viaggio interessante e stimolante. Si evolve continuamente. Penso che sia la sfida di molti artisti che si cercano nella musica che fanno. Oggi sono convinta di essere sulla buona strada ma ancora a metà del viaggio.
Il vero significato di questo disco? In ogni traccia trovo una qualche sensazione di bisogno di quel rifugio che ci salva dalla vita fin troppo grande. Non a caso, forse e parlo sempre per mie sensazioni, l’atmosfera di “Follow me” cerca intimità di pochi, di anime affini. Che chiave di lettura serve per entrare a far parte di questo lavoro?
Ho sempre vissuto la musica come un rifugio, come un luogo caldo e accogliente utile per nascondersi o mostrarsi a seconda della necessità. “Submerge” (immergersi) e “Follow me” sono proprio un invito a seguirmi in questo mondo.
Perché proprio Gershwin. Forse è assai comprensibile Billie Holiday ma perché l’America di Gershwin come omaggio?
Sono cresciuta ascoltando tanti tipi di musica diversa e il Jazz è sicuramente stato importante nella formazione del mio gusto della mia sensibilità musicale. Dopo aver cantato brani della tradizione musicale italiana nel mio disco precedente, ho voluto rendere omaggio a Gershwin e alla mia eroina Billie Holiday che ha magistralmente interpretato questo brano.
Chiudiamo parlando di live. Che vita ha “Submerge”?
Ora che il lavoro di produzione è finito, “Submerge” vive sui palchi. Ogni occasione è buona per viverlo e farlo ascoltare dal vivo quindi seguiteci sui social e veniteci a vedere!
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