[INTERVISTA] Francesco Garito: parliamo di “Evisioni”
Nuova voce, nuovo singolo e soprattutto nuovo video. Una bellissima clip realizzata dalla regia di Claudia Sicuranza e Anita Scianó.
Parliamo del nuovo passaggio mediatico di Francesco Garito che consegna alla critica un nuovo estratto dal suo ultimo lavoro dal titolo “L’Attesa” uscito circa un anno fa per la RadiciMusic.
Si intitola “Evisioni”, brano in cui il cantautore toscano ha scritto la musica lavorando su una poesia già edita di Paolo Dattola.
Il preciso incedere della melodia che si chiude su se stessa in questo gioco di parole che cerca – a mio modo di vedere nel suono e nelle assonanze oltre che nei significati – di restituire un’immagine della società di oggi. Contro l’omologazione arriva una forma di tradimento del tutto personale.
E da qui abbiamo l’apertura verso numerose chiavi di lettura così come in generale ha dimostrato ampiamente di saper fare la scrittura di Francesco Garito per tutti gli inediti del disco.
Altrettanto criptico e intimista è il “segreto” che si cela dietro le immagini di questo video, di un passato e di un presente (forse) o di una proiezione di se piuttosto che di un ricordo lontano.
Lasciate libere le vostre interpretazioni.
Si richiede anche questo al pubblico della canzone d’autore…
Io partirei subito da una domanda classica e assai inflazionata e neanche più d’attualità ormai: un Nobel alla canzone d’autore. A te che ami la poesia, come codifichi questa “rivoluzione”?
Direi che si tratta di una rivoluzione tardiva.
Erano anni che tra gli addetti ai lavori si dibatteva sulla valenza letteraria delle canzoni mentre il pubblico credo abbia sempre considerato la canzone letteratura, perlomeno un certo tipo di canzone.
Personalmente considero la canzone una forma di letteratura al pari di poesia e prosa.
Parliamo di “Evisioni” quindi parliamo di poesia. Secondo te dunque la canzone ha un testo poetico che può o deve vivere bene a prescindere?
Credo che una canzone scritta con onestà intellettuale e con ispirazione può assolutamente avere un testo degno di valore poetico, certo non sempre basta questo.
Personalmente sono convinto che un buon testo è già metà dell’opera in quanto le parole hanno una loro melodia interna quando vengono messe insieme, che si tratti di poesia o di canzone la melodia c’è sempre.
Come si arriva a scegliere una poesia per farne canzone? La metrica di “Evisioni” ad esempio, è stata rispettata per la melodia che hai scritto?
In questo caso il testo sin dalla prima lettura mi ha molto colpito, folgorato immediatamente ho subito avvertito la forza è la musicalità della poesia.
La metrica non è stata alterata o ritoccata, come dicevo poche righe fa le parole mi hanno suggerito la loro melodia.
Riascoltando il disco “L’Attesa”: secondo te è un disco di canzoni oppure un disco di poesie cantate?
Sicuramente si tratta di canzoni ma se si prova a leggere i testi probabilmente ci si potrà trovare tanta poesia.
Nuove scritture in arrivo?
Al momento ho tante idee che mi frullano in testa ma non so quando e come si realizzeranno, sono molto esigente e severo rispetto a quello che scrivo e dunque prima di essere sicuro che una canzone sia degna di essere pubblicata mi prendo un pò di tempo per decidere.
duraniano
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