[INTERVISTA] PUNKREAS live @ Strike Up Festival
Questa sera si parte per una bella trasferta in terra marchigiana per assistere alla performance dei Punkreas allo Strike Up Festival. All’interno delle mura del Castello Della Rancia di Tolentino abbiamo realizzato questa intervista con lo storico bassista del gruppo milanese, Paletta.
Il vosto ultimo lavoro, Inequilibrio, è un’opera divisa in due parti. Come mai questa scelta?
Diciamo che abbiamo voluto fare questo EP, a cui ne seguirà un altro in uscita dopo l’estate, per omaggiare i nostri fans. Nel senso che a loro piace moltissimo avere un prodotto fisico da maneggiare, reale, e non questa musica mordi e fuggi che c’è adesso tipo Spotify et similia. Infatti entrambi i lavori saranno realizzati in tiratura limitata, in modo che quando finiranno questi andranno immediatamente esauriti. In più vi diamo una piccola anteprima: in futuro vorremmo unire questi due EP facendoli diventare un album vero e proprio aggiungendo altre 4-5 canzoni.
Come si è evoluta la vostra musica negli anni?
Si è evoluta sicuramente come attitudine, come sonorità. Tenendo conto che siamo nati nel 1988, dove eravamo molto rudi, molto grezzi, negli ultimi dischi, in realtà, siamo andati a ricercare quella ruvidità che avevamo agli esordi, dopo aver sperimentato attraverso vari generi. Per quanto riguarda i testi, invece, penso che siamo rimasti abbastanza simili agli inizi, andando sempre giù abbastanza diretti, tra ironia e incazzatura.
Nel prossimo anno festeggiate i trent’anni di carriera. E’ prevista qualche sorpresa, tipo un tour celebrativo o qualche uscita particolare?
Ma voi sapete già qualcosa, bastardi! Chi è la talpa, eh?? Mica qualche mio parente di Lanciano?? (risate generali, ndr)Per il trentesimo anniversario prepareremo sicuramente qualcosa. L’idea sarebbe quella di ristampare i cd che non si trovano più e portare in giro un mini tour celebrativo, portando le prime canzoni dell’88 finendo con quelle del 2018. Magari ospitando gente che ha fatto questo percorso insieme a noi.
Cosa ne pensi della scena Punk attuale in Italia?
Guardandoci in giro siamo rimasti abbastanza soli in questo momento. C’è stata questa grande esplosione del genere Indie, seguita dalla super esplosione del genere Rap e ciò ha portato a un cambio della metodologia di fare musica. Quindi, è molto più facile invitare un dj o un solo cantante Rap. Così ne subisce molto anche la scena live: i concerti sono sempre di meno e le cover band sono sempre di più.
Come è avvenuta la scelta di far registrare e co-produrre il nuovo disco a Olly Riva?
Olly (Shandon/Rezophonic/The Fire/The Magnetics, ndr) è un amico che ha avuto la caratteristica di farci suonare questo disco facendoci togliere delle cose al posto di aggiungere. Ha tenuto l’essenziale ed è stato un perfetto arrangiatore. Un produttore artistico di altissimo livello.
Tre dischi da portare su un’isola deserta.
Io porterei Live After Death degli Iron Maiden, London Calling dei The Clash e come terzo MONO tono degli Skiantos.
Un saluto ai nostri lettori.
Un saluto a tutti i seguaci di questa webzine, agli amanti della buona musica e soprattutto ai miei compaesani abruzzesi.
Giovanni Panebianco
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