[INTERVISTA] Ufomammut live allo Scumm di Pescara per la promozione del loro ultimo lavoro “8”
Alle soglie dei venti anni di carriera, gli Ufomammut stanno promovendo in giro per l’Italia, e non solo, il loro ultimo lavoro intitolato semplicemente 8. Capitati a tiro dalle nostre parti, ospiti della pulsante realtà in ambito di locali live pescaresi che risponde al nome di Scumm, ne abbiamo approfittato per farci raccontare aneddoti su passato, presente e futuro.
La vostra carriera ha subito un’evoluzione. Se doveste riassumerla in poche parole, cosa direste?
Poia (chitarra, sintetizzatori): Alla fine l’evoluzione è il motivo per il quale si deve continuare a fare, tra virgolette, arte, altrimenti non si ha nessun senso. L’atto creativo per poter continuare deve avere una spinta evolutiva. Se si rimane sempre fissi in un punto non si progredisce. Non è neanche umano. L’evoluzione è essenziale.
I vostri dischi spesso sono a tema. Come nascono solitamente e cosa vi ispira nella scrittura?
Poia: In realtà prima di iniziare a comporre non abbiamo nessuna idea precisa. E’ come se man mano le cose venissero fuori da sole. O meglio, è un po’ come scolpire: parti da un blocco di granito e poco alla volta cominci a scavare, a scartare, fino far affiorare delle figure diverse. Però finché non è completa l’opera non sai di cosa parlerai. Infatti il concept viene dopo la musica. I testi vengono sempre dopo la parte musicale.
Cosa ascoltate nella vita di tutti i giorni, in special modo quando siete in tour?
Vita (batteria): Quando siamo in tour un po’ un mistone di tutto perché ci sono le chiavette USB nella radio. Personalmente io ascolto tanto Hardcore old style e Hard Rock Anni 70, quindi Slayer piuttosto che Metallica o Steppenwolf e Deep Purple. Le prime che mi vengono in mente sono queste.
Urlo: (voce, basso, sintetizzatori): Io ascolto da Suicidal Tendencies a Pantera. Cerco inoltre di scoprire più cose possibili e ogni genere possibile, anche perché è ciò che ti apre poi la mente per creare. In tour ascoltiamo anche tanto Frank Sinatra ed Elvis Presley anche se sono cose lontane da quello che facciamo ma in un certo senso sono una grande ispirazione.
Poia: Se posso aggiungere qualcosa, io sono un grande fan dei Maneskin e delle nuove proposte di Sanremo (ride, ndr)
Quali sono le affinità e le divergenze tra Ecate e 8?
Poia: Tornando all’inizio, è l’evoluzione che prende il sopravvento. Ecate aveva una sua idea di concept, era un’opera con dei brani che fluivano uno nell’altro, ma in modo organico. 8 è più una spirale, è un viaggio vorticoso che si chiude su se stesso. Va in perpendicolare con la terza dimensione, siccome il numero 8 è anche il simbolo dell’infinito, così il ciclo della musica non è definito da un’unica idea ma da differenti composizioni che si concatenano l’una all’altra. L’artwork stesso è la ripetizione di un’immagine che si tramuta a piccoli passi in qualcos’altro. Si distorce aggiungendo sempre nella sua ripetitività un dettaglio diverso.
Com’è incidere per una etichetta come la Neurot Recordings?
Vita: Alla fine non cambia più di tanto in quanto al momento della registrazione non hai in testa il pensiero che lo stai facendo per la Neurot. Vai tranquillo perché non ci sono distrazioni. Steve Von Till (voce e chitarra dei Neurosis, ndr) sa quello che vuole, sa cosa occorre a una band, ci ha sempre lasciato carta bianca. Ti faccio un esempio: i primi due dischi realizzati con loro sono stati i due Oro. Eravamo in tour con i Neurosis e Steve non sapeva ancora che avevamo due dischi pronti. Gli abbiamo parlato e lui senza neanche pensarci e senza averli neanche ascoltati ci ha dato l’ok per entrambi. C’è sempre stato questo rapporto di fiducia a scatola chiusa. Fa tanto sentire questo supporto.
Progetti futuri?
Vita: Adesso stiamo concludendo un tour che ci ha visti toccare diversi Paesi Europei: dalla Grecia all’Austria, poi Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia. A Maggio andiamo negli Stati Uniti per un mese.
Urlo: Infine ci prepariamo per il compleanno, visto che il prossimo anno facciamo vent’anni. Lavoreremo sul nuovo album. C’è qualche idea embrionale ma è lì, bloccata. Ognuno di noi ha in testa quello che vuole fare per il prossimo disco però non abbiamo ancora avuto il tempo di metterci giù e lavorarci. Cosa che accadrà probabilmente al ritorno dagli Stati Uniti.
Vita: Per noi 8 è vecchio. Pensa che l’abbiamo completato nell’Agosto del 2016. Sono due anni e passa che lo suoniamo. Lo faremo in America e poi si spera basta. Ha già rotto le balle. HAHAHAHAHA!
Giovanni Panebianco
Link utili: Ufomammut