[INTERVISTA] Krishna Biswas: la chitarra acustica di “Panir”
Oggi diamo spazio ad un disco che di consueto non arriva mai in una normale redazione di musica pop italiana – lasciando a questa etichetta il lusso di abbracciare periferie estreme del genere popolare.
E nonostante dalla nostra siamo sempre aperti a progetti molto lontani dai soliti cliché, questo di Krishna Biswas, chitarrista indio-americano naturalizzato italiano, direi che per ora raggiunge il vertice di “trasgressione giornalistica” se così ci viene concesso di dire.
Un meraviglioso supporto estetico confezionato e pubblicato dalla RadiciMusic per questo “Panir”, disco di sola chitarra acustica in cui troviamo 15 brani strumentali (ovviamente) in suite concettuali a cui riferire immagini e visioni, sapori e luoghi, personaggi e stati d’animo. Krishna sfoggia tecnica sopraffine di fingerpicking ma soprattutto una composizione assai strutturata che viola le normali forme di strofa ed inciso: per capirci non siamo di fronte il fascino pop di un Tommy Emmanuel ma i brani di Krishna sono disegni, sono viaggi, sono evoluzioni…
Sono racconti.
In rete il bellissimo video del brano “Respira” in cui troviamo l’arte figurativa del maestro Fresnopesciacalli.
L’intervista interstellare oggi viaggia su mondi paralleli assai lontani dalla nostra normalità.
Per la prima volta ci occupiamo di un disco così pregiato e impegnativo.
Una bella sfida ”sfida” per la comunicazione di massa.
Mi incuriosisce tanto sapere come vivi questo ovvio distacco se non addirittura emarginazione culturale dalle normali scene mediatiche che ora pensano solo a Sanremo e poi solo a quello che più o meno gli somiglia?
Un piacere per me avere il vostro ascolto; percepisco come realtà lontane rispetto a quelle in cui mi muovo abitualmente i territori musicali che mi citi.
Di conseguenza non mi sento emarginato nè periferico rispetto a qualcosa che reputo un paese remoto.
Hai mai provato ad introdurre dei testi alle tue composizioni?
Sì ho provato ad aggiungere testi, voci od altri strumenti ma al momento per un motivo o per un altro ha avuto la meglio la parte strumentale di chitarra solista.
Di questo lungo dipinto che è “Panir”, qual è il momento che più ti somiglia?
Il momento cui tengo di più è il primo brano respira, credo perchè sia il frutto di un buon equilibrio tra melodia, armonia e pause.
Ma possiamo anche raccontare “Panir” come un viaggio (certamente non lineare)?
Concordo, può essere interpretato come un viaggio non lineare, una sorta di esplorazione di mondi culturali diversi che vengono in contatto tra loro dando vita a scenari particolari, irregolari ed imperfetti.
duraniano
Link utili: Krishna Biswas