[INTERVISTA] Luciano Panama: la scena indie e le sue “Piramidi”
Un sound che graffia e che fa male alla pelle per quando alla pelle Luciano Panama restituisce solo la cruda verità di quello che pensa.
Il suo esordio da solista si intitola “Piramidi”, bellezza melodica di ruggine pop italiana come da decalogo della nuova scena indie.
Il singolo “Le ossa” di cui il video ufficiale penso sia davvero un manifesto di quello che oggi siamo o che dovremmo tornare ad essere nei rapporti personali.
Ma un po’ tutto il disco fa pace con quel perenne disequilibrio che c’è tra la voglia di avanguardie dissonanti e un gusto pop da cliché.
Insomma con mestiere e buon senso, questo disco coniuga il bello del popolo al contenuto della controcultura.
E noi ci siamo dentro.
La scena indie secondo Luciano Panama che dagli Entourage ad oggi direi che possa aver un punto di vista assai competente… o sbaglio?
Credo che il mondo indipendente sia sempre stato fondamentale per la crescita sociale e culturale di un paese.
Lo è anche oggi.
Io l’ho sempre vissuto e lo vivo come un fenomeno principalmente sociale, un’attitudine.
Io credo nelle persone, nella qualità, nel contenuto di ciò che propongono, nella loro arte, non nel genere musicale e neanche credo sia fondamentale che i dischi siano prodotti e/o pubblicati da un’etichetta indipendente piuttosto che da una major.
Viviamo un presente dove – forse come non mai nella storia – le distanze tra mainsteam e indie si sono molto ridotte, e questo è un bene, così si aprono delle porte e non si chiudono ed il passato è passato.
Le radio, i media, le attenzioni del pubblico. Oggi si fermano alla superficie e al commercio. Non cambieranno mai queste cose secondo te?
Ci sono tre importanti categorie di lavoratori nella nostra società: gli insegnanti (dalla scuola alle arti etc…), gli operatori culturali ( artisti, gestori di centri culturali, manager, uffici stampa, booking etc…) e i giornalisti.
Tutto dipende da ciò che si insegna, dallo sviluppo di quegli insegnamenti e soprattutto da chi ne parla, con quanta insistenza obiettività e competenza.
Una società più attenta a certi fenomeni sociali e culturali diventa più libera. Bisogna andare a portare visioni diverse anche nella televisione e nei giornali cosiddetti “generalisti” e non solo nei luoghi specializzati, forse così l’interesse potrebbe crescere!
Bisogna “contaminare” e non aver paura di esporsi anche in luoghi che giornalmente ci appartengono poco, rimanendo sempre se stessi.
Questa secondo me potrebbe essere una strada da percorrere, anche se molto complessa sia da un parte che dall’altra!
“Le Ossa” un poco condiziona l’ascolto che segue. Ogni brano che segue sembra voler completare la scena di questo primo singolo che è assai potente… cosa ne pensi di questa mia impressione?
Penso che Piramidi sia un disco molto vario che parla di più argomenti e che “Le Ossa” sia solo l’inizio che ti porta dentro questo “viaggio“.
Tutte le canzoni hanno un loro contenuto testuale e musicale che in alcuni casi è ben diverso da “Le Ossa”.
Non ho una canzone in mente ma “Piramidi” nel suo insieme.
Non ho scritto “Piramidi” pensando ad un concept album né tantomeno concentrando tutto su “Le Ossa”.
La musica oggi secondo te dove sta andando? I vinili sono tornati di moda… non sono più inermi sopra una scrivania…
Non mi interessa dove sta andando o dove la vogliono fare andare, non ne voglio neanche parlare.
Quello di cui mi interessa parlare è che per me la musica non è una moda.
Per me la musica è cultura, attività sociale politica spirituale, è un atto liberatorio, è responsabilità.
Il puro e semplice intrattenimento musicale, il fenomeno di costume, il fenomeno modaiolo, non mi piace, non mi interessa.
Nella musica devo sentirci il sangue che scorre ed il senso del rock and roll al centro, ma tutto ciò prevede un impegno arduo e molto complesso e pochi sono gli artisti che scelgono questo tipo di percorso.
Il formato vinile ha un fascino particolare, sia come oggetto che come utilizzo per l’ascolto, se aiuta la gente a dedicare più tempo ad un disco allora che ben venga, se è solo moda servirà a poco – credo comunque che sia un fenomeno positivo.
Che poi nella tua scrittura c’è tantissimo scenario anni ’80, di quando si andava a scuola e ci si innamorava senza social…
Seguo sempre il mio istinto e per questo disco credo di aver portato tutto verso l’essenzialità delle cose, della scrittura, dell’espressione.
Se ne è venuta fuori anche la mia genuinità son contento!
Link utili: Luciano Panama