RECENSIONE: Psicotaxi – Effect of the Head’s Mass
L’intero proposito artistico dell’esordio degli Psicotaxi costruisce le proprie fondamenta su accostamenti surreali che vanno a ripercuotersi da un lato sulle costruzioni armoniche della band milanese, dall’altro sui testi recitati Manlio Benigni. “Effect of the Head’s Mass” è sostanzialmente un disco strumentale contaminato appunto da inserti lirici spesso oltre la soglia del credibile, permeati ad un’enfasi cervellotica sostenuta da momenti di math rock che trovano interessanti diluizioni attraverso aggiunte psichedeliche, stoner ed elettroniche.
L’impianto degli arrangiamenti non è memorabile ma comunque resta nel buon gusto ed è ben congegnato. In realtà il buon lavoro fatto sui singoli strumenti viene probabilmente penalizzato da un songwriting non esattamente ispirato, che resta in ogni caso onesto. La produzione è appena sufficiente e sicuramente non riesce ad enfatizzare quelli che potrebbero essere dei sostanziali punti di forza. L’impatto sonoro potrebbe essere più arioso sopratutto quando i nostri sfociano in una sorta di ambient che ricorda per certi versi i 65daysofstatic. In ogni caso il recording, pur non risultando decisivo, riesce a fare un lavoro pulito evitando incidere in negativo.
Manlio Benigni coglie l’anima della band e propone argomentazioni dalla non semplice lettura. I dubbi su una fantomatica storia con una pornostar, lo sfruttamento e le ingiustizie della società contemporanea, un assurdo e macabro spettacolo sono tasselli dello stesso puzzle costruito sotto il punto di vista strumentale. L’arricchimento lirico riesce quindi a posizionarsi in un preciso spazio, evitando di forzare dei varchi per trovare la propria collocazione.
In termini generali “Effect of the Head’s Mass” è un buon lavoro che lascia intravedere un interessante potenziale. Difetta tuttavia sotto il punto di vista emotivo non riuscendo a presentare un numero sufficiente di elementi per trovare una vera e propria connessione empatica con l’ascoltatore. Le contaminazioni sono ancora in fase di gestazione e non possono, per natura, impreziosire realmente la proposta che rimane spesso troppo statica. Non è semplice gettare le basi di un progetto di questo tipo. Agli Psicotaxi va sicuramente riconosciuto il merito di aver imboccato la strada giusta. Ora c’è del lavoro da fare.
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Voto: (6 / 10)
Tracklist:
- Q Factor
- Un Tram che si chiama Porno
- Zingaropoli
- August in black
- Il mondo nuovo
- Performance