RECENSIONE: Australasia – Notturno
Il secondo full del one man band project Australasia, creatura del polistrumentista Gian Spalluto, ripercorre quanto di buono fatto precedentemente addizionando però alle innate capacità artistiche una certa consapevolezza del proprio essere e della propria musica che fanno di “Notturno” un disco maturo, una produzione calcolata ma allo stesso tempo spontanea.
Il titolo ricorda, forse volutamente, le più gettonate composizioni di Chopin ed in un certo senso ne ingloba lo spirito d’introspezione. Una costante voglia di scoprirsi e di scoprire sembra permeare le stratificazioni congegnate dal musicista pugliese. L’intero campo d’esistenza di “Notturno” è da rintracciarsi ovviamente nel post rock strumentale d’ultima generazione, portato avanti da band come Tides from Nebula e GIAA. Il tutto viene però arricchito e completato da un dichiarato amore per un post-metal evocativo ed una passione per quell’elettronica minimale che riesce a colorare gli spazi che Gian Spalluto gli lascia.
Il dualismo fra speranza e malinconia, eterna lotta in cui è coinvolto per definizione lo spirito dell’artista, permea le nove tracce di un album che non ha le pretesa di inventare niente. Al contrario utilizza la commistione di quello che il mondo gli ha messo a disposizione per trovare una sua originalità. “Notturno” porta avanti una ricerca del bello sincera e sensata.
La scena italiana ha un disperato bisogno di produzioni come questa. Album che possano riportare in auge un amore semplice e vero per l’estetica musicale.
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Voto: (7 / 10)
Tracklist:
- Nebula
- Eden
- Kern
- Creature
- Invisibile
- Haxo
- Amnesia
- Lumen
- Notturno