“Zeng”, l’album debut degli abruzzesi CLOWNS FROM OTHER SPACE
“Zeng” è il debutto dei Clowns From Other Space, band abruzzese che in nove brani sviscera la propria visione di un suono rock aperto a numerose influenze e incline alle traiettorie più imprevedibili.
Il disco, uscito lo scorso novembre, è stato anticipato dal video “Eze’s Story”, un’animazione realizzata interamente con la tecnica dello stop-motion, uno stop-motion creato in maniera totalmente “analogica” con una lavagnetta, alcuni pennarelli e una fotocamera. A questo clip farà seguito nelle prossime settimane una nuova opera visuale a cui Macramè darà il proprio apporto divulgativo in un’azione di rilancio di un disco denso e sorprendente.
Come dicono i Clowns From Other Space “Zeng non è una porta che si fa aprire da molte chiavi, ma una chiave che apre molte porte”. Ed è questo forse il modo migliore per definire le tante le suggestioni di un lavoro nato da un anno e mezzo di scrittura e arrangiamento dei brani da parte di tutta la band.
“Zeng” mescola infatti sfumature garage, afflati new-wave, lividi bagliori psichedelici, atmosfere oniriche e molto altro, in linea con i tanti e diversi ascolti della formazione. Il tutto sostiene un songwriting decisamente lirico, dal quale nascono sia dilatazioni strumentali che brani più impattanti. E’ un sound d’oltreconfine quello dei CfOS e riesce a mantenere lungo tutta la tracklist una propria tensione e coerenza, variando invece a livello tematico tra canzoni sull’incomunicabilità fra le persone, brani d’amore, riflessioni sul riscatto degli istinti primari e critiche alla società dei finti pensatori.
“Zeng” si apre con l’ultimo brano scritto dai Clowns e si chiude con la prima traccia composta molti mesi fa. Le due estremità racchiudono il resto degli episodi che può essere suddiviso approssimativamente in due parti: la prima, più diretta e definita; la seconda, più oscura e criptica; mentre al centro “In The Presence Of The Lady Truth” fa da cesura. A rappresentare tutto questo il titolo “Zeng”, un riferimento al personaggio storico Zeng Guofan, militare, politico e scrittore cinese vissuto nel pieno del XIX secolo. La scelta di questa figura rappresenta appieno il tema del doppio (da spietato generale a fine critico letterario, da incorruttibile uomo di stato a soggetto debole nei confronti dei forti) che è fondamentale nell’economia di significati del disco .
Tuttavia la cultura cinese ritorna anche in “Wall Of Tzu”, con un riferimento al libro del filosofo e militare Sun Tzu “L’arte della guerra”, mentre “In The Presence Of The Lady Truth” prende spunto dal “Secretum” di Petrarca, raccordando riferimenti diversi in una sola poetica unitaria. Così del resto avviene per le molteplici direzioni musicali di una band di autentici esploratori del Suono che, senza trovate eccentriche ma con forte coerenza, sa coniugare una capacità di evocazione straordinaria ad una forte libertà creativa.
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