RECENSIONE: The View Electrical – Roseland
Opus magnum d’esordio per questo duo svizzero proveniente da Losanna, incredibilmente passato inosservato durante l’anno passato e consistente in più di un’ora di pezzi dal contenuto variegato e struggente, il cui filo conduttore sta nell’attitudine malinconicamente 90’s che unisce sad core, indie rock, pop wave, elettronica, folk ed inaspettati momenti esplosivi più tipici del post hardcore. Tutto questo sono i The View Electrical, generati dall’incontro di Frédéric Aellen e Raul Bortolotti, in attività dal 2012 ed approdati solo nel marzo dello scorso anno a questo mastodontico, seppur emozionalmente radicato su melodie di per sé semplici e ridondanti, esordio discografico per la svizzera Hummus Records, che ha richiesto due anni di intenso lavoro e collaborazioni delle più svariate con musicisti svizzeri e non.
Disponibile sia in doppio LP che in CD in confezione sleevepack, l’album risulta essere un modo per riunire assieme in un unico luogo sonoro tutte le influenze che in qualche modo ispirano i due musicisti svizzeri. Per questo motivo ogni pezzo, nella sua semplicità, si trasforma in una caccia al genere d’ispirazione durante i minuti nei quali scorre. Abbiamo le influenze sadcore della intro Haunted By A Dream, che poi si infrangono su di uno screaming spiazzante sul finale. Abbiamo le ridondanze cristalline e le tendenze electro di At All Costs, anch’esse squarciate a metà pezzo da rabbiose urla esplosive.
E poi ancora la wave contaminata del singolo Life In Every Breath, l’emozionale ballad acustica di It Was Time, che vede anche l’ingresso di una controparte femminile alla voce, l’indie rock tipicamente anni novanta della title track Roseland, pezzo più lungo dell’album meravigliosamente nostalgico con i suoi archi struggenti ben inseriti tra gli arpeggi e le vocals à la Smashing Pumpkins, regalandoci anche stasi post rock e l’ennesimo scoppio d’ira post-hardcore verso il finale, un ibrido di screaming ed arpeggi cristallini dalla potenza emozionale dirompente. Si può continuare per ore ad elencare tutto ciò che Roseland porta con sé: nostalgiche melodie legate all’adolescenza, ibridi azzardati ed incredibilmente riusciti che uniscono raffinata stucchevolezza pop ad un’anima più aggressiva risvegliata nei giusti frangenti, inserti di elettronica anche sperimentale (gli pseudo droni di Protect Us), proposte indie legate anche alla scena contemporanea (Death And The Young Man; l’elettronica minimalista che tanto ricorda i Múm di A Voice Of My Own), un’attitudine generalmente evocativa ed emozionale, dall’anima pop tormentata e manipolata a dovere per ricavarne un’opera mastodontica oltre il suo velo subdolamente orecchiabile.
Prendetevi il vostro tempo, ed assaporate ogni frangente di questo esordio immenso, che avrebbe sicuramente meritato più attenzione ai tempi della sua uscita. A fine febbraio dovrebbe uscire il secondo album in studio della band svizzera, che dovrà competere con un avversario davvero potente come questo suo imponente predecessore.
Link Utili: Pagina Facebook / Sito Ufficiale / Bandcamp
Voto: (7,5 / 10)
Tracklist:
- Haunted By A Dream
- At All Costs
- Life In Every Breath
- It Was Time
- Roseland
- Protect Us
- Black Veil
- In My Defence
- Death And The Young Man
- Treasures
- A Voice Of My Own
- We Won’t Stay
Formazione:
- Frédéric Aellen
- Raul Bortolotti