RECENSIONE: Plateau Sigma – The True Shape of Eskatos
Un’opera di assoluto spessore il debut dei liguri Plateau Sigma. La band riesce ad uscire dai cliché del genere interpretando la proposta con una personalità profonda ed angosciante, dimostrando di aver assorbito in toto la lezione offerta da gente come My Dying Bride, Mournful Congregation ed Esoteric, tuttavia senza mai rinunciare ad un approfondimento completo verso le radici recondite di genere.
“The True Shapes of Eskatos” è un continuo passaggio dalle tenebre alla luce. Riff e suoni tendenti al funeral doom più estremo ed intimo sono accompagnati da growl profondissimi, il tutto a contemplare magistralmente toni più malinconici che citano darkwave e passaggi “pinkfloyidiani”. Le vocals pulite danno un tocco elegante e sensuale alle intere composizioni senza danneggiarle e procurando un’esperienza ansiogena per tutta la durata dell’ascolto. Gli intermezzi scanditi da arpeggi e flauti conferiscono il giusto equilibrio, senza mai scadere in situazioni banali o formule del “già sentito”.
Un monolite che va preso con il giusto mood, infinite vibrazioni e viaggi ammalianti per concepirne l’intera scala emozionale. Resta l’estrema curiosità di poter assaporare la band dal vivo.
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Voto: (8 / 10)
Tracklist:
- The Initation
- Satyriasis and the Autumn Ends
- Stalingrad
- Ordinis Supernova Sex Horarum
- The River 1917
- Angst
- Amber Eyes