RED RONNIE: l’arte di predicare bene e razzolare di merda
La mattina dello scorso 10 ottobre è successa una roba che mi ha fatto abbastanza girare le palle.
PREMESSA: questo articolo sarà oltremodo diretto, conciso e probabilmente offensivo ma certe cose bisogna dirle per bene, senza filosofeggiare o girarci troppo intorno.
Ad un certo punto, senza che nessuno ci avvertisse per tempo, Rai 1 ha deciso di riesumare Red Ronnie (in molti pensavano fosse perfettamente conservato al British Museum) per fargli fare un piccolo sproloquio riguardo la dipartita di non so quale sfigato da non so quale band pedophilic-pop. Sostanzialmente la cosa è sfociata in un breve dibattito sullo status quo della musica italiana che non mi va troppo di riassumere, guardatevelo.
L’avete visto?Ok. Procediamo con ordine.
La prima riflessione che faccio è sostanzialmente semplice: quando mi fanno una domanda, oppure mi invitano da qualche parte per rispondere ad una domanda, rispondo a quella domanda. Se non rispondo a quella domanda, ma rispondo il cazzo che mi pare, sto usando quello spazio per fare un’altra roba. In questo caso Red Ronnie sta usando questa trasmissione per dire: “oh guardate che questa è musica di merda, ora ve lo dico io perché la musica in italia è uno schifo“. Fino a qui la cosa non mi fa girare le palle. Di base ci può stare che qualcuno “contamini” uno spazio sostanzialmente di consumo per dire una cosa non di consumo. Il punto sta tutto qui però; poi non puoi essere banale, altrimenti stai soltanto facendo contro-consumo. Il buon Gabriele sceglie un argomento tutt’altro che di facile interpretazione e ne fornisce una chiave di lettura limitativa, sbagliata, qualunquista e per ovvie ragioni VIRALE. Dice infatti “I talent uccidono la musica“, “Stiamo facendo cambiare mestiere ai Vasco Rossi, ai Lucio Dalla, ai Jovanotti“. Ok devo fermarmi un secondo, perché altrimenti rompo qualcosa. Un momento.
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Ok ripartiamo.
PREMETTO CHE I TALENT MI MANDANO IN DIARREA E CHE NON HO LA MINIMA INTENZIONE DI DIFENDERE NIENTE CHE LI RIGUARDI E CHE REPUTO BABBUINI RITARDATI TUTTI QUELLI CHE SI PRESTANO, PASSIVAMENTE O ATTIVAMENTE, AI MECCANISMI CHE LI REGOLANO.
I talent non ammazzano il rock’n’roll (quanto suona red ronnie sta frase) e le tue opinioni da 60enne attempato è meglio se le lasci al bar, altrimenti rischi pure di essere ascoltato da qualcuno che ti crede (ed in questo caso sono in molti). La ragione è semplice. Il target di riferimento di questi programmi è distante decine di parsec da quello della musica “alternativa” (e solo su questa definizione potremmo discutere per 4 o 5 anni, ma lasciamo perdere). Qui sembra quasi che i talent siano una roba solo italiana. No Cristo. I Talent si fanno ovunque. Eppure in Inghilterra, in Svezia, in Finlandia, in America, in Olanda, in Croazia, in Russia ecc ecc ecc ecc vengono fuori gruppi della madonna che suonano in tutto il mondo e campano egregiamente. Il problema dello status quo della musica italiana è oltremodo più complesso, capillare, collegato a tutta una serie di cose che è impossibile affrontare in 5 minuti di dibattito oppure in un articolo di merda come questo. Il punto è: stai zitto cazzo e rispondi alla domanda sui Dear Jack.
Detto questo sarebbe quasi meschino prendere letteralmente quanto detto da Red Ronnie e sputarci sopra, ma proprio non resisto.
“Stiamo facendo cambiare mestiere ai Vasco Rossi, ai Lucio Dalla, ai Jovanotti….”
E ti dico: ma tu, caro Gabriele, lo sai che i soldi che fatturano Vasco Rossi e Jovanotti (senza fare un disco degno di chiamarsi tale da almeno un’era geologica) in parte vanno proprio a finire nei talent? Lo sai che le major in italia investono TANTISSIMO su questi format? Cioè ma degli esempi migliori non ti sono proprio venuti in mente?
Terminata la disamina su quanto proferito da Red Ronnie arriva poi una inevitabile riflessione sul personaggio. Il passato, INDUBBIAMENTE glorioso, del Roxy Bar non può assolutamente giustificare un presente (2013-2015) oltremodo imbarazzante. Caro Gabriele, tu il nuovo Lucio Dalla non hai proprio avuto il tempo di ospitarlo, visto che, tra i tanti, hai dato spazio soltanto a gente che non ne aveva assolutamente bisogno. Cito, giusto per gradire, Enrico Ruggeri, Masini, Pezzali, Nomadi, Cecchetto, Bobby Solo (BOBBY SOLO PORCOD***), Raf, Tognazzi, Baglioni, Morgan, Paola Turci, Nek, Paolo Belli, Ligabue, Tatangelo, Britti, Kutso, Pierdavide Carone, Lacuna Coil, Morandi e potrei continuare ad aggiungere schifezze per ore. A tutto questo vanno aggregati i lavoretti fatti per il PDL sotto l’amministrazione Moratti e le magagne col motor show e la Volkswagen. Ora, è vero che si deve pur campare, ma si può anche scegliere di star zitti.
I talent non stanno ammazzando la musica in questo paese. La musica la stanno ammazzando i promoter disonesti, i gestori che danno le drink card ai gruppi, le band svogliate, i musicisti dei nostri conservatori, i giornalisti da 4 soldi, gli hipster, Lo stato sociale, la SIAE, suonare sempre dopo le 11, quelli che non si comprano mai una birra o un disco, quelli che “esiste solo l’mp3”, i locali del “venerdì solo cover band, il sabato DJ”, gli organizzatori che non rispondono alle email, rockit e tanta altra roba. Dire che i talent stanno ammazzano la musica, ridurre la questione a questo, equivale a pugnalare tutte le grandi band italiane alle spalle. Vai a fare in culo Red Ronnie. E fanculo voi musicisti dal “condividi” facile.
No vabbè, da oggi in poi sei il mio Eroe…. hai ragione tu su tutta la linea. Aggiungo pure che, secondo me, accostare Lucio Dalla (che ha scritto canzoni che resteranno patrimonio nella nostra cultura) a quel prodotto fotti-cervello di Jovanotti è una blasfemia che non perdono a Red Ronnie, un personaggio, da anni, in cerca di autore.