“Springtime”, l’album d’esordio dei latinensi Black Tail (ex Desert Motel)
Black Tail è un progetto che nasce un giorno di ottobre dall’altra parte dell’oceano, dopo un’escursione nei boschi fuori Boston. Conclusa l’esperienza dei Desert Motel, Cristiano Pizzuti, temporaneamente negli Stati Uniti, inizia a raccogliere alcune nuove canzoni: una (To E.S.) è dedicata ad Elliott Smith e viene registrata con una dotazione lo-fi in una stanza a Back Bay. Il brano è poi presentato durante la trasmissione Stereonotte, di Radio1 Rai nel gennaio del 2014, insieme ad un piccolo set acustico live di altre quattro canzoni. In queste fasi, Black Tail è ancora un duo, che vede la partecipazione alla chitarra di Simone Sciamanna (anche lui precedentemente nei Desert Motel). La formazione trova la sua forma definitiva in seguito, con l’ingresso di Luca Cardone al basso e Roberto Bonfanti alla batteria.
L’album riprende uno per uno i contorni delle influenze musicali del gruppo: uno sguardo introspettivo su un mondo defilato, l’indole boschiva, l’americana più slack e dimessa, lo-fi e post rock, gli antieroi, l’amore incondizionato per i Pavement, gli Yo La Tengo, i Wilco, i Quasi. La transizione e il cambiamento
sono il filo conduttore dell’intero disco; le prospettive suggerite sono variabili, tra l’incanto e la disillusione, la consapevolezza e la curiosità. Il tentativo di raccontare una continuità non composta dal persistere della stessa condizione, bensì dal raccordarsi di stati di sovrapposizione in cui condizioni diverse si contrappongono e riequilibrano.