RECENSIONE: The Bad Mexican – Due
Il quartetto toscano dei The Bad Mexican arriva al suo secondo full-length nel Settembre del 2014, dopo il buon esordio sperimentale di “This Is The First Attempt Of A Band Called The Bad Mexican”, datato invece 2010 e che vedeva coinvolti tre dei quattro membri attuali, per un’opera prima più azzardatamente e crudamente sperimentale riportante due lunghe suite di più di 10 minuti che viaggiano tra improvvisazioni psichedeliche di percussioni e chitarra alternate a stop and go pregni della metallara potenza espressiva che era prerogativa dei vecchi progetti dei membri della band (tutti provenienti dalla scena death metal), e più brevi schizofrenie ritmate à la Primus o Tomahawk.
Sempre sotto l’ala protettrice dell’etichetta indipendente italiana Lizard Records, i The Bad Mexican riescono a produrre il loro secondo album grazie ad una campagna di crowfunding, aggiungendo alla triade iniziale un quarto componente indispensabile per il nuovo sound, vale a dire Davide Vannuccini al sassofono e alle composizioni elettroniche. Questa aggiunta dona al nuovo lavoro un’impronta più varia, che punta meno sulla sperimentazione e in maggior quantità sulla varietà di contenuti stilistici e compositivi. Se le prime due tracce – che, come le altre, non hanno titolo ma riportano solo il proprio numero – ripropongono le classiche schizofrenie compositive tanto care alla band, arricchite stavolta da svolazzi di sax che avvicinano di più la proposta musicale ad un jazzcore contorto e potente, ebbro di riferimenti ai soliti Primus o Tomahawk ma anche a gruppi come James Chance And The Contortions, procedendo con l’ascolto troviamo invece tasselli variegati che presentano un complesso poliedrico di sonorità: ci sono le basi IDM della terza traccia, le soffuse ed amniotiche atmosfere post rock della quarta, con la sua chiosa composta di brividi di sax ed esplosioni chitarristico-percussive (pezzo che sicuramente spicca nell’insieme), la buffa ballata verbale della quinta traccia, le coinvolgenti atmosfere psichedeliche del sesto pezzo, tra rigiri chitarristici in stato di grazia e trombe luminose, le schizofrenie southern rock della settima traccia, il potente flamenco dell’ottava e l’onomatopeica chiosa successiva.
La seconda fatica in studio dei The Bad Mexican si rivela un calderone ribollente di sorprese e riferimenti, divertiti azzardi compositivi che non ne pregiudicano la scorrevolezza ma che mettono invece in risalto una bravura stilistica degna di nota, coadiuvata da una buona dose di ironia e gioia nel ritrovarsi assieme per suonare che ben si manifesta nello spirito del gruppo e nelle sue proposte. Ottimo esempio di come si può osare, uscire dagli schemi e sperimentare con lucida leggerezza.
Link Utili: Facebook / Sito Ufficiale
Voto: (7 / 10)
Tracklist
- Uno
- Due
- Tre
- Quattro
- Cinque
- Sei
- Sette
- Otto
- Nove
Formazione (2014)
Filippo Ferrari: Basso, Voce, Elettronica
Tommaso Dringoli: Chitarra, Voce, Percussioni
Davide Vannuccini: Sax, Elettronica
Matteo Salutari: Batteria