RECENSIONE: La Base – Antropoparco
La Base, band abruzzese (teramana per la precisione) esordisce sulla lunga distanza con “Antropoparco”, un disco che già dal primo ascolto riesce a stupire in positivo. Il trio, capitanato dal frontman Mirko Lucidoni, sforna un album capace di riassumere almeno un quarto di secolo di alternative rock, indie e noise: lo si evince subito dall’ossessiva opening track “Come pietra di calcare”, dove si mescolano senza troppi intoppi la dolcezza delle ritmiche in stile Smashing Pumpkins al cantato martellante e schietto discepolo diretto di Pierpaolo Capovilla.
Una delle caratteristiche principali di “Antropoparco” è l’essenzialità. Le costruzioni strumentali sono puntuali ed efficaci sia sui ritmi serrati di “Caos X”, che sugli arpeggi di chitarra e basso elettrico presenti in “Primavera”, a mio avviso cavallo di battaglia dell’album. Mai una volta durante l’ascolto di questo disco capita di cedere al tasto skip: “Antropoparco” non presenta melodie ricercate e “ruffiane”; riesce tuttavia a creare una sorta di effetto suspense nello sviluppo di ogni strofa riff o assolo che sia, anche grazie ad una composizione che si dirama su più livelli e raccoglie elementi vari ed eclettici.
Pollice in su per La Base e per “Antropoparco” che potrebbe, con la dovuta struttura promozionale, affermarsi come pilastro nell’ormai satura scena del rock italiano.
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Voto: (7,5 / 10)
Tracklist:
- Come pietra di calcare
- Caos x
- Primavera
- Déjà vu
- Il martello
- Mai una gioia
- Un nuovo disordine
- Il rettile
- Alprazolam
Formazione (2015):
Mirko Lucidoni • chitarra e voce
Antonio Campanella • basso
Francesco Amadio • percussioni
Una risposta
[…] qui le sue cosiderazioni. Grazie […]