RECENSIONE: Steve Earle & The Dukes – Terraplane
Steve Earle: 15 studio album, 6 live, 7 raccolte, 11 nomination ai Grammy Awards, 2 Grammy vinti ed un premio alla carriera. L’ultimo arrivato, da aggiungere alla prestigiosa collezione, è “Terraplane”, realizzato con la collaborazione della sua band, i The Dukes.
Terraplane è un album che viaggia da solo, completamente autosufficiente: ti rimane la libertà di premere su “play”; poi Steve Earle e la sua band fanno tutto il resto. Oltre ad essere un disco di chiara essenza e derivazione country in ogni singola sfaccettatura, le contaminazioni blues/folk lo portano su un livello più alto, esaltandone le fragranze. Steve Earle è capace di stregare fin dall’open track: la sua voce è calda, roca e sorprende per doti interpretative, arrivando a sprigionare l’apice della sua sostanza nel duetto con Eleanor Whitmore (Baby’s Just As Mean As Me), artista dal timbro fiabesco.
A fare da cornice alla magistrali interpretazioni canore ci sono i The Dukes: messaggeri di ritmiche essenziali ma sempre incisive che riescono a colorare il buon vecchio country in modo del tutto personale. Sempre con la giusta dolcezza nei brani più sommessi, pronti a tirare fuori il carattere quando serve. Le sezione strumentale collide in maniera perfetta con quella vocale: una simbiosi positiva in grado di recare vantaggio reciproco.
“Terraplane” è un album equilibrato, sincero e privo di qualsivoglia ricerca innovativa. Allo stesso tempo però resta coinvolgente ed inaspettato.
Link Utili: Official Website
Voto: (8,5 / 10)
Tracklist:
- Baby Baby Baby (Baby)
- You’re The Best Lover That I Ever Had
- The Tennessee Kid
- Ain’t Nobody’s Daddy Now
- Better Off Alone
- The Usual Time
- Go Go Boots Are Back
- Acquainted With The Wind
- Baby’s Just Mean As Me (feat. Eleanor Whitmore)
- Gamblin’ Blues
- King Of The Blues