Ecco perché “Jurassic World” è il fratello preistorico di “Alex l’Ariete”
Lo so che vi avevo detto (o forse no, non me lo ricordo) che Ulcere sarebbe stato una sorta di culto monoteista di me stesso. Però essendo allo stesso tempo governante e governato posso fare un po’ come mi pare. Con immensa gioia oggi diamo spazio ad Hito. Nefasti eventi lo hanno condotto alla sciagurata visione Jurassic World. Il resto ve lo racconta lui.
Premessa doverosamente doverosa: quello che leggerete è frutto di impressioni puramente personali. Volete una recensione obiettiva e tecnica? Cercate altrove boys.
Ammissione scomodamente scomoda: no, non ero andato a vedere Jurassic World. Volevo vedere un film dove una specie di Gerry Scotti dell’orrore ammazza la gente che sa rispondere alle domande di cultura generale che gli fa (Wolf Creek 2, leggetevi la sinossi che trasuda capolavoro da tutti i pori).
Quindi direte “bella, allora perché non hai visto siffatto mastepiece del cinema?”, la risposta è semplice: la sala era rotta. No davvero, non vi prendo per il culo. La sala era davvero rotta. Parecchie sale lo erano a dirla tutta, avevano avuto problemi di blackout durante tutto il giorno, alcune proiezioni erano saltate e avevan deciso di chiudere alcune sale. Tra cui, con mio grande dispiacere, quella di Wolf Creek 2. Niente Gerry Scotti dell’orrore.
Così, ormai che stavamo lì, io e il mio compare, abbiamo deciso di ripiegare sui dinosauri. Il trailer non aveva esaltato nessuno dei due, ma oh, i dinosauri sono i dinosauri, una chance gliela dai sempre. Uscito dalla sala chiedevo a Dio cosa avevo fatto per essermi meritato di perdere Wolf Creek.
Appurato quindi che no, non mi è piaciuto, spieghiamo un minimo perché, che è il motivo per cui sono qui e non a spammare gatti sulla pagina di Selvaggia Lucarelli.
Prima di tutto i dinosauri. Tecnicamente sono incredibili, ti lasciano veramente a bocca aperta. Non l’ho visto in 3D, ma immagino che con gli occhialetti rendano ancora di più. Però anche Neymar tecnicamente è incredibile. Anche CoD. E, imho, fanno schifo.
Non basta una tecnica eccelsa se punti al top. E per me i dinosauri di questo Jurasic World mancano dell’amore che avevano quelli dei predecessori (si ringrazia Fabio Volo per l’ispirazione di questa frase). Parliamoci chiaro, la scena della triceratopa gravida, la merda gigante, questo tipo di amore manca completamente in questo capitolo. Erano pezzi abbastanza inutili nell’economia della trama, ma servivano a farti sentire quei grossi animali più che semplici attrazioni da parco tematico. Potresti rispondermi, mio buon lettore, che il “parco tematico” è il tema del film, ma lo era anche quello dell’uno, e le differenze si sentono.
A caldo avevo poi, ripercorrendo il film, ipotizzato che le specie mostrate fossero davvero poche, cosa poi confutata con l’aiuto di San Wikipedia, ma quella sensazione non era infondata. Perché questa mancanza d’amore evidenziata poco sopra si riflette nello spazio a schermo concesso alle varie specie riprodotte. In tutto il film viene dedicata una quantità enorme di pellicola a 2 specie (di cui una inventata) e una quantità decorosa sia di pellicola che di senso ad altre 3, massimo 4. Il resto è scenografia.
Con questo non voglio dire che volevo due ore di documentario sulla vita nel giurassico dai punti di vita di più di 9000(cit) specie diverse. Dico solo che se ci fosse stato un sindacato dei dinosauri e un Landinosauro a capo, si sarebbero probabilmente lamentati. Ma anche questa è una pecca che sparisce se andiamo a vedere i punti davvero dolenti del film. E qui faccio un appello agli sceneggiatori.
“Scrivere i dialoghi da ubriachi e fatti come camini va bene, ma poi rileggeteli anche da sobri eh”
Sì perché i dialoghi sono la fiera del nonsense. Giuro, se avessero deciso di girarlo come “una pallottola spuntata colpisce nel giurassico” (rip Leslie) non avrebbero dovuto cambiare nemmeno una virgola. UNA VIRGOLA.
Prendiamo ad esempio la scena dei due ragazzetti, che speri muoiano dal minuto 1, che viaggiano su quella specie di tram panoramico in mezzo alla valle dei dinosauri. Il più grande, come dall’inizio del film, cerca di rimorchiare malamente qualsiasi essere femminile abbia più o meno la sua età (e attenzione, la cosa non ha assolutamente alcuna finalità nella trama e smette di sussitere dopo 20′) mentre quel piccolo genio di suo fratello parte a piangere.
Sì, a piangere.
Così, di punto in bianco. Prima era il bambino più felice del mondo perché sta per vedere i dinosauri e poi piange istericamente mentre il fratello rimorchia. Se il personaggio fosse stata una ragazza di qualche anno più grande avrei ipotizzato una PMS, ma no, nemmeno quello. Piange a caso. E non pago di scartavetrarci le uova di drago con le sue lacrime senseless, ci propina un pippone sul fatto che i genitori vogliano divorziare.
Un pippone INUTILE. Non verrà MAI PIÙ menzionato il fatto che devono divorziare. Neanche alla fine, quando i genitori riappaiono.
“Eh ma dai, serve a costruire il rapporto tra i due fratelli”. Ma CHISSENEFREGA DI COSTRUIRLO CON UN POPPANTE CHE PIANGE A CASO.
Hai un sacco di tempo dopo, quando sono nella giungla inseguiti da dinosauri serial killer, per costruire il loro rapporto. E il bello è che in quel frangente funziona. Lo percepisci, capisci che stanno rinsaldano il loro legame. E allora che bisogno avevi di propinarmi quella scena inutile e offensiva per le mie gonadi?
Sempre parlando del bambino-genio, anche qui c’è una scelta incomprensibile. È un genio il poppante, ce lo dici ininterrottamente per una ventina di minuti. Quindi poi tu passi il film a dire “bella, ci sarà il momento in cui salva il culo a tutti sfruttando la sua genialità”.
Ecco no, non c’è.
È un genio per il gusto di esserlo. Perché uno degli sceneggiatori tra un pippata e l’altra s’è detto “ma perché non lo facciamo genio il moccioso? Può tornarci utile!”. Tutti d’accordo, tutti contenti, via di tequila commemorativa della genial trovata e Puff!
Dimenticata.
Lui è un tanto geniale, quanto inutile. E sempre per tornare alla “Jurassic Naked Gun” avrei apprezzato molto di più ad un certo punto apparisse un tizio in primo piano e dicesse “Bella raga, ma noi ci siam dimenticati che era un genio. Sapete com’è nelle writers room. Bon ciao eh”. Sarebbe stato epico.
Parliamo ora del povero signor Masrani. Ora, oltre ad avere un nome buffissimo che fa scattare la risata automatica ad ogni pronuncia, il povero multimiliardario indiano ha subito una sorte quasi peggiore dei due ragazzetti. È stato sacrificato sull’altare delle oneliner.
In un film d’azione ci vogliono le battutine, le frasi catchy che ti fan ghignare, quelle che ironizzano o che stemperano il tutto. Ecco, peccato che tutte queste cose siano affidate ad un personaggio solo, Masrani. Dopo 15′ minuti dalla sua apparizione e dopo le sue prime battute inizi già a immaginarti ogni sua apparizione alla Horatio di CSI, con pure il YEEEEEA sotto mentre si mette (o toglie) gli occhiali. Ok sì, magari sono troppo duro con il buon Masrani, ma fosse solo questo il problema…
Purtroppo soffre di altri due problemi. Il primo è il casting. NON PUOI scegliere un attore che fisionomicamente ricordi un attore della stessa serie. NON PUOI. CONFONDI LA GENTE. Nello specifico il buon Masrani ricorda Iam Malcolm di faccia. E considerato che sono moralmente agli opposti non mi pare una buona idea.
Ma chiudiamo un occhio anche su questo, tanto siamo dei Beholder e di occhi ne abbiamo abbastanza.
Il vero problema del personaggio Masrani è una frase detta in un dialogo tra Kingpin (Vincent D’Onofrio) e Starlord (Chriss Pratt). In questo dialogo i due parlando del buon Masrani e cercano di dirimire un tarlo che ti ammorba dall’inizio del film, “dove li piglia i soldi sta macchietta di uomo?”. Il dialogo all’inizio funziona, uno dice all’altro, con fare di chi la sa lunga:
“Non preoccuparti, Masrani è l’ottavo uomo più ricco del mondo, non ha problemi di soldi”
E qui tu sei in pace. Ti hanno risposto, non vuoi sapere altro. È l’ottavo uomo più ricco del mondo ed è eccentrico. Standard, efficacie, soddisfacente. Non vuoi sapere altro. Ma ecco che sganciano la bomba:
“Ormai ha diversificato così tanto che neanche lui sa nemmeno cosa fa”
Detto sempre con voce di chi la sa lunga. E qui scleri. Inizi a domandarti cosa faccia allora sto indiano. È un mafioso? Un signore della guerra in incognito? Ha contatti loschi o c’è qualcosa dietro i suoi soldi, perché non puoi avermi buttato una frase così a caso. NON PUOI.
Eh, invece puoi. Sigh.
Chiudendo sui personaggi, menzione d’onore a Starlord. Lui è l’unico personaggio che nel piattume generale ha due momenti, due esatti momenti in cui brilla. In cui ti fa dire “ok, forse lui non è solo il duro classico dei film d’azione”. Peccato che questa sfaccettatura non venga approfondita e sia lasciata aleggiare nel mare del piattume del personaggio. Che mi sarebbe anche andato bene così eh, come per Masrani mi andava bene il “è l’ottavo uomo più ricco del mondo” e basta. Ma non puoi buttarmi lì qualcosa in più, qualcosa che mi stimoli, e lasciarlo sfiorire. È da stronzi.
Bene, avrete capito in linea generale perché Jurassic World non mi è piaciuto. Fantastici dinosauri, pessimi, davvero pessimi dialoghi. In generale sarebbe stato molto, molto più figo se i personaggi fossero stati sempre ubriachi e tutto fosse stato fatto come una “Jurassic Naked Gun”. L’avrei amato come uno dei best film ever.
E invece rimpiango il Gerry Scotti assassino.
Hito