RECENSIONE: The Marigold – kanaval
Anni 90! É questo che, a tratti, suscita kanaval, il nuovo album dei The Marigold.
Un disco permeato da sonorità che bisogna vivere ad occhi chiusi per riuscire ad apprezzarle in toto; un po’ come i buoni vecchi Marlene od i Sonic Youth per intenderci. Per il resto tanto RUMORE in tutto l’album. Sempre incastonato in modo mai banale con riff di chitarra minimali che in alcuni casi si riducono a singoli accordi ripetuti in sincrono, ad una linea di basso dura e graffiante ed a percussioni semplici ma che odiano essere ferme, con alcuni passaggi in levare e in controtempo.
Tutto questo crea un sound elegante, criptico, ma che sa dare anche la giusta energia, propria del NOISE.
È una commistione difficile da apprezzare questa di kanaval, soprattutto durante i primi ascolti, in cui potrebbe risultare inconsistente e senza forma; un’eterna introduzione che non sfocia mai in qualcosa di concreto. Ma riascoltandolo si comincia ad apprezzarne ogni sfumatura e ci si rende conto che un senso a tutto questo c’è.
A questi ragazzi non manca di certo il coraggio; perché per presentare un album con queste sonorità ce ne vuole e loro non si sono tirati indietro, consapevoli di rivolgersi ad un pubblico particolare, di nicchia, prendendosi tutti i rischi che conseguono da questa scelta.
Non vi resta che provare tutto sulla vostra pelle.
o spiè
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Voto: (6 / 10)
Tracklist:
1 – organ grinder
2 – magmantra
3 – fade down to go down
4 – sick transit gloria mundi
5 – sludge-jungle
6 – third, Melancholia
7 – so say we all
8 – disturbed
9 – demon Ieech