RECENSIONE: Silvano Staffolani – “…di paesi, di persone e animali”
Per un cantautore la musica è importante, ma ancora di più lo sono le parole. I brani diventano bagagli capienti dove i musicisti, con attenzione e cura, ripongono storie, personaggi, aneddoti e filastrocche.
Per riconoscere un buon cantautore è fondamentale comprendere i testi dei suoi brani: se la storia che racconta è avvincente, se il suo messaggio riesce ad andare oltre un certo tipo di superficialità, vuol dire che ha fatto centro. Non serve altro. Certo, la musica non deve per forza essere impegnata e non deve necessariamente contenere un messaggio astrale, ma se quello che arriva ci rapisce e ci emoziona non possiamo far altro che riconoscere l’essenza di un buon disco di genere.
Purtroppo questo non è il caso del cantautore marchigiano Silvano Staffolani. Nel 2014 pubblica il suo album “…di paesi, di persone e di animali”, un disco che contiene ben 16 tracce. Il titolo è evocativo: l’intero lavoro di Staffolani è gremito di immagini tutte diverse e di personaggi singolari mossi dal sentimento universale chiamato amore. Purtroppo le storie non colpiscono, non arrivano a catturare l’attenzione dell’ascoltatore. Le strofe sono semplici ed a volte banali, impoverite da rime baciate come “cuore-amore”. Due brani sono mossi dalla coraggiosa idea di mettere in musica alcuni passi celebri scritti da Shakespeare: Staffolani, grazie alla sua chitarra, dando una melodia alle parole del commediografo inglese (i brani sono “Calibano” e “Il canto di Ariel”) è come se volesse tessere un tappeto musicale capace di accompagnare questi passi. Purtroppo la musica composta dal cantautore non trova le fondamenta per sostenere un peso così grande: le strofe non arrivano ad alcuna soluzione ritmica, dando come risultato dei brani poco scorrevoli e forzati.
Questo non è un problema che riguarda soltanto i due casi precedentemente illustrati, ma dell’intero album: le melodie sono piatte, la chitarra acustica impone alle stratificazioni armoniche un’andatura monotona e scontata. Stesso discorso sotto il punto di vista vocale: non c’è nessun guizzo, nessuno sprazzo che possa colorare il bianco e nero di questo disco. Un’interpretazione incerta ed a tratti anche poco intonata.
“…di paesi, di persone e di animali” è una produzione mediocre che non brilla per originalità e audacia.
Link Utili: Canale youtube
Voto: (2 / 5)
Tracklist:
- La festa in purgatorio
- La serenata a Nina
- Sete di nomi
- Calibano la canzone della libertà
- Il canto di Ariel
- Formiche
- Rondinella forestiera
- Margot la folle
- Time flies
- The sun the cluods
- Nel paese d’Ottrano
- Semo l’anziani di Porto Potenza
- ‘U confine tra Montefà e Recanati
- La Madonetta
- Se pedre a Paris
- Da quando ti ho dimenticata
Mi dispiace Perela ma lei non ha fatto centro in alcun modo. La sua recensione non si articola in qualsivoglia analisi concreta dei brani di Silvano, concedencodi un giudizio finale raffazzonato denotando chiaramente che non ha ascoltato con attenzione il cd in questione. Probabilmente lei non è riuscito ad entrare nell’ottica giusta del messaggio che intende concederci l’artista in questione. Lo dice lei stesso “Per riconoscere un buon cantautore è fondamentale comprendere i testi dei suoi brani: se la storia che racconta è avvincente, se il suo messaggio riesce ad andare oltre un certo tipo di superficialità, vuol dire che ha fatto centro. Non serve altro”. Questo è il mio pensiero. Daniele
Le rispondo da direttore artistico della webzine.
L’autrice della recensione è in ogni caso libera di aggiungere il suo pensiero..
Detto questo le dico che qui ogni disco viene ascoltato con attenzione e profondità. Qui il discorso non è puramente tecnico, anche se considerazioni di natura tecnica vengono comunque fatte (sotto il punto di vista vocale e armonico). Si tratta, sempre secondo il nostro punto di vista assolutamente opinabile, di una produzione a cui manca l’empatia necessaria per prescindere dall’aspetto tecnico. Per questo si va a cercare in quell’ambito un qualche tipo di “nota lieta”, tuttavia senza successo. Detto questo, ogni pensiero è lecito e valido. Rispettiamo il suo punto di vista. Il giudizio finale potrà anche sembrarle “raffazzonato”, ma il disco è stato ascoltato con l’attenzione che merita.
Grazie del suo contributo.
Parsti, IM staff.