RECENSIONE: Hornwood Fell – Hornwood Fell
Debutto sotto la sempiterna Avantgarde per il trio nostrano Hornwood Fell. L’act suona un violentissimo black metal direttamente ispirato dalla scuola norvegese, vedi Ulver, Darkthrone e Satyricon. Riff feroci e glaciali intervallati da momenti acustici che danno un tono epico all’album. La produzione è sporca al punto giusto senza cadere nel modello “antico” regalando dei suoni eccellenti.
Potrebbe essere il classico trita e ritrita che per anni abbiamo ascoltato ma la band ha dei punti di forza esemplari. Nonostante le influenze dichiarate riesce a interpretare un songwriting intelligente e mai noioso, i brani riescono a trascinare nel loro inferno di ghiaccio regalando anche momenti lenti e ipnotici, contrapposti alle classiche sfuriate. L’altro punto è indubbiamente la voce del cantante. Un timbro ruvido e lacerante che ferisce l’anima al primo impatto.
Un ottimo lavoro consigliato ai fanatici del genere. Mai banale e che rispecchia, forse, la vera attitudine di un genere che sta perdendo una propria identità.
Salvo
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Voto: (7 / 10)
Tracklist:
- Cerqua
- Tempesta
- Meca
- L’ira
- Mutavento
- Vinterfresa Part 1
- Vinterfresa Part 2
Formazione:
- Marco Basili: Guitars, Voice
- Andrea Basili: Drums
- Andrea Vacca: Bass