RECENSIONE: GTO – Little Italy
I GTO, in attività dal 1993, tornano con il loro quinto album: Little Italy. Un pezzo d’Italia, un piccolo scorcio di una società banale, leggera, “che giudica con una sola voce e il giusto è messo puntualmente in croce”.
Non è mai facile scrivere Folk. É un genere rivolto al popolo, alla gente comune. Parla di feste, emarginati, rifiuti della società, immigrati, vita e morte degli “inferiori”. Le parole sono spesso impegnate, significative, profonde. I GTO ci raccontano delle brevi storie attraverso ognuno degli undici brani che compongono l’album, come piccoli tasselli di un mosaico. E lo fanno con un atteggiamento puerile, immergendoci in quella che sembra una tipica sagra di paese (quale migliore location per un gruppo Folk?). Basti pensare al singolo che dà il nome all’album, Little Italy. Su una scia che si potrebbe definire a buon diritto “Bandabardò”, con i GTO si festeggiano i luoghi comuni dello stivale, attraverso fraseggi banali ma efficaci, con lo scopo di far ballare e di alleggerire la mente da pensieri ben più profondi.
La comunicazione è breve e circoscritta. I brani superano a stento i tre minuti, durata atipica per dei pezzi folk, ma ciò che ci comunicano è molto semplice. Che si parli di uomini, donne, alcol, strade, amore, feste, ricordi, l’atmosfera non cambia, dimostrandoci che con queste soronità si può raccontare qualsiasi favola, storia o illusione. L’amore di cui si parla in questi brani (“Montedoro” e “Granelli di sabbia” tra gli altri) è descritto da parole estremamente fiabesche, con i luoghi comuni più banali di sempre. Ma non è forse di questo che è composto l’amore popolare?
E quella “Regina”, così simile alla ben nota “Bocca di rosa”, che fa girare la testa agli uomini e ballando instilla gelosia nelle mogli, ci permette di fantasticare su tutte le “Regine” che abbiamo incontrato nella nostra vita. Insomma, i GTO rispettano il ruolo che la donna ricopre nel mondo Folk. Un ruolo fatto di passione e rispetto, icona venerabile della principale Musa ispiratrice di qualsiasi sentimento artistico.
L’album si conclude con “Festa popolare” che, come ogni album Folk che si rispetti, ci saluta con un banchetto di buon cibo, ottimo vino e danze fino a notte fonda all’ombra del santo patrono.
Se siete amanti del genere, mettete in pausa i Modena City Ramblers, Bandabardò, Folkabbestia o chi per loro, e riservate un po’ dei vostri minuti a questa band che ha tante cose da dirvi.
Lorenzo Paladini
Link utili: Sito ufficiale
Voto: (6,5 / 10)
Tracklist:
- Barabba
- Il rude
- Little Italy
- La via del mare
- Lumea mea este
- Montedoro
- Granelli di sabbia
- Cielodivento
- Amore fermati
- La regina
- Festa popolare