FILM DEL GIORNO: Splice
“I campioni non possono uscire dal laboratorio!” “Non chiamarla così.”
Due brillanti scienziati decidono di dare una svolta alle loro ricerche genetiche. Uomo e animale. Quale sarà il risultato? Questo film è l’ennesimo capolavoro di Vincenzo Natali, autore di “The Cube” e sequel, un avvincente intreccio di eventi che crescono e si evolvono in maniera assolutamente inaspettata. 104 minuti di terrore ed ansia, di immagini che si susseguono complesse tanto da non avere il tempo di sbattere le palpebre. Al contrario dei “ Cubi”, dove l’analisi della società è oculata e claustrofobica, in questo film, dal tema evidente sulla contrapposizione tra scienza e non scienza, giusto e sbagliato, si passa gradualmente a problemi man mano più specifici e complessi. Nulla lasciato al caso, le sole immagini hanno il peso di un intero trattato di psicanalisi, niente di esplicito ma tutto evidente. Questo, solo attraverso la finzione di un’ipotetica scienza, lontana da noi ma assolutamente molto più vicina di quello che crediamo. Il film è uscito nelle sale nel 2009 ma sembra più un prodotto della realtà del 2020, come tutti gli altri girati da questo visionario regista. Una proiezione sempre un passo avanti al pensiero comune, quasi una predizione ma col risultato certo che si avvererà. Egregiamente interpretato da Adrien Brody nel ruolo di Clive, Sarah Polley in quello di Elsa e, il più singolare, Delphine Chaneac in Dren, l’“uomo/animale” protagonista.
Una battaglia combattuta sin dal principio quella di Natali, alla ricerca costante della verità, all’inseguimento del limite ultimo. Fin dove può davvero spingersi il pensiero umano e le sue conseguenti azioni? L’uomo è davvero in grado di esercitare un equo giudizio sulla sua vita e quella degli altri?
ObOe