RECENSIONE: La Sete – La Sete EP
Durante i primi minuti d’ascolto non potevo fare a meno di notare che la sensazione percepita da queste sonorità mi ricordava qualcosa di lontano. Non ho ancora capito cosa, ma tanto basta. E’ questo il maggior pregio della musica, quello che veramente ci viene lasciato da ciò che ascoltiamo: il ricordo.
La sete, gruppo indie/pop nato in un seminterrato di periferia: cliché che da generazioni ci ha abituato alle sorprese maggiori. Nell’omonimo ep autoprodotto ci raccontano una storia che, come ogni intreccio che si rispetti, ha i suoi alti e i suoi bassi. Nell’esatto istante in cui “Rospo” ci presenta l’album, riusciamo a capire tutto ciò che questi ragazzi vogliono dirci. E questo non è un bene. Tuttavia quello che ascoltiamo è semplice, genuino, originale. Una perfetta unione di musicisti, non di strumenti. E quella voce che teneramente ci accompagna in questo viaggio non vuole stupirci con tecnicismi o ampie estensioni vocali dalla valenza meramente accademica.
Il punto di forza di questa band è la propria immaturità, come argilla ancora da formare. Con il brano “Tra la gente a posto tutto scorre normalmente” si cambia registro, portandoci nella parte della storia più tormentata. Ma, paradossalmente, con estrema eleganza. Si distacca decisamente dalla linea seguita nei precedenti brani, come un sussulto teso ad immortalare un particolare momento di fervore artistico. Tuttavia il sound è leggermente sporco. Una piccola macchia in un insieme a dir poco ammirevole. Il principale errore delle band che vogliono esprimere al massimo il proprio potenziale è “far troppo”. Troppi suoni, troppe armonie intrecciate. L’essenza della semplicità permette l’incarnazione del proprio “manifesto”, senza troppi manierismi. Prendiamo la voce femminile (“Rospo” e “Trentenni in pausa pranzo”): quando accompagna, non è importante, quando è da sola, non rende. Un di più, senza nulla togliere alla qualità vocale che esprime.
Ma a tempo di valzer, “La sete” cum magno gaudio ci fa rivivere un’esperienza intensa, un sapore agrodolce che è degna conclusione di questo percorso. Come detto in precedenza, una storia raccontata attraverso sentimenti pieni di gioia, malinconia e speranza. Questa band non fatica a prendersi la scena, senza troppe pretese. Se fosse un episodio pilota di una serie tv, ebbene, aspettatevi una prima stagione. Il proprio futuro è nelle loro mani. Nel frattempo, è vivacemente consigliato l’ascolto. Ne risentiremo parlare.
Lorenzo Paladini
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Voto: (4 / 5)
Tracklist:
- Rospo
- Tra la gente a posto tutto scorre normalmente
- Trentenni in pausa pranzo
- Sensibile
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Formazione: Alex Roggero, David Moriconi, Emanuele Cappa, Fabio Maggioni, Federico Martucci, Roberta D’Elia
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