RECENSIONE: Lago Vostok – Decorso Infausto
Di band dai nomi originali ce ne sono tante, ma trarre ispirazione da un lago sub-glaciale situato in Antartide è davvero scelta inusuale ed inaspettata. I Lago Vostok lasciano invece libero sfogo alla fantasia e ci accompagnano per circa mezz’ora nelle sei tracce che compongono l’EP “Decorso Infausto”. Sei brani di Noise Rock strumentale (i ragazzi definiscono il proprio genere “musiche del rumore” Ndr.), che strizzano l’occhio ad un certo tipo di sperimentazione e puntano allo stimolo di determinate sinapsi che catapultano l’ascoltatore in un rocambolesco susseguirsi di sensazioni, dissonanze e ritmi serrati.
I pezzi scorrono veloci e con un buon groove. Le influenze progressive sono evidenti ma allo stesso tempo bisognose d’essere percepite da un orecchio attento, che sappia coglierne le sfumature. Buona anche la produzione: un vero e proprio ritorno all’essenziale con suoni ridotti quasi al minimo sindacabile, sempre però pronti ad esplodere per amalgamarsi al meglio nell’ensemble.
Forse l’eccessiva omogeneità dei brani finisce per limitare le possibilità di un EP dalle buone potenzialità, aspetto che tuttavia rappresenta una caratteristica peculiare di un genere come questo. In definitiva una buona prova per i Lago Vostok, una produzione che potrebbe essere preludio di importanti soddisfazioni.
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Voto: (6,5 / 10)
Tracklist:
- Amuse bouche
- L’altro dopo l’uno
- Aria in catene
- In pasto ai saprofiti
- Cañero
- Crazy crazy man only wants to kill italians
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Formazione:
Federico – chitarra
Andrea – basso
Luca – batteria