FILM DEL GIORNO: E morì con un Felafel in mano
“Se prostituirsi significa affittare il proprio corpo, sposarsi significa venderlo.”
Il lungometraggio si apre all’improvviso con una stretta inquadratura sul non-protagonista di questa storia. Le calde e malinconiche note di “Golden Brown” accarezzano la scena mentre il vero protagonista, Noah Taylor nei panni di Danny, trova il timido e incompreso Flip morto, con l’arrotolato di felafel ancora stretto nella fredda mano. L’intera storia è un flashback che ha inizio nove mesi prima del decesso. In questo periodo il protagonista, eterno studente, cambia tre volte abitazione, seguito dagli amici nonché coinquilini in quasi ognuna di esse. La percezione dello spazio e del tempo, l’umore ed il colore, la morale dell’ambiente ad ogni nuova casa cambiano, ma il protagonista è l’unico elemento costante. E’ come una spugna, assorbe la durezza degli avvenimenti senza fare una piega, inetto a dare una svolta vera alla sua esistenza, cambia casa ma non abitudini. La storia di Danny è un continuo intrecciarsi di esilaranti ed ironici personaggi, maschere ben definite in tutte le più strane ed estreme sfaccettature. Figli di una società menefreghista e consumista, immagine di denuncia estetica sul futile.
Il film è tratto dal racconto di John Birmingham ma in comune hanno solo il titolo e l’immagine di copertina, mentre una differenza sostanziale è che nel libro sono descritte ottantanove case cambiate in pochi anni con molti più personaggi. Il film è diretto e sceneggiato egregiamente da Richard Lowenstein, ambientato in Australia, fluido nella comprensione delle immagini e dei dialoghi ma non lento e noioso. Il montaggio è a tratti innovativo e quasi fuori luogo, inquadrature ferme ma così d’effetto da essere esse stesse la scena in movimento, da non necessitare del movimento dell’oggetto. Un’immobilità necessaria al fine di una riflessione superiore, come accade nella vita quando ci si ferma a pensare. Delicato ma irruento, quasi contraddittorio, accompagnato da una colonna sonora memorabile, un’escalation di brani degni di nota.
Non resta che gustarlo.
ObOe