RECENSIONE: Ben Miller Band – Any Way, Shape or Form
Quando già dalle prime note si intuisce un rimando, volontario o meno, a delle sonorità di successo tipiche di un certo periodo, inevitabilmente le aspettative diventano alte. Saper soddisfare le proprie attese e quelle degli altri, magari addirittura superarle, è però tutt’altro discorso. Soprattutto quando si parla di un progetto ambizioso come quello di questa band statunitense.
Semplicemente assaggiando “Any Way, Shape or Form” appaiono evidenti le intenzioni di Ben Miller: riportarci indietro fino agli anni ’70 proponendo una fusion vincente di blues, jazz e country. L’aspetto che più colpisce è l’interpretazione che la Band Miller Band dà alle proprie canzoni: nulla è scontato, nulla è ripetitivo ma tutto si plasma in funzione del messaggio da comunicare. Cambi di tonalità vocale violenti, quasi repentini, riescono a trovare una giusta collocazione in un contesto armonico praticamente perfetto.
È un album in cui non manca niente: la classica ballata, la canzone da country club fino ad arrivare alla vera essenza del blues. Saper far funzionare commistioni come queste richiede padronanza dello strumento, creatività e basi concettuali solide. Non è un caso che Billy Gibbons abbia voluto la Band Miller band in tour con gli ZZ Top.
Voto: (4,5 / 5)
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TrackList:
- The Outsider
- You Don’t Know
- Ghosts
- Hurry Up And Wait
- I Feel For You
- 23 Skidoo
- Burning Building
- The Cuckoo
- Twinkle Toes
- Life On Wheels
- No War
- Prettiest Girl
- King Kong
Formazione:
- Ben Miller
- Doug Dicharry
- Scott Leeper