RECENSIONE: GBU – Alibi
I GBU, acronimo di “The Good, the Bad and the Ugly”, nascono nel Dicembre del 2010 e, dopo una serie di cambi di line up, trovano una stabilità tale da permettere la genesi di Alibi, prima fatica in assoluto della band.
A differenza di molti, che spesso decidono di tastare il terreno con un EP, i GBU vanno controtendenza e propongono subito un vero e proprio album di 9 tracce. Audaci quindi ed interessante anche il mix di rock classico e funky ( mai predominante ma sempre presente). Peccato che la resa finale non sia poi delle migliori.
La proposta risulta infatti ridondante, ai limiti del monotono; la linea vocale non riesce mai ad emergere come dovrebbe, soprattutto quando cerca di raggiungere sonorità più alte. I suoni caldi ed energici tipici di questo genere vengono riproposti in una versione fredda, a tratti piatta e statica.
Sicuramente inserire qualche spunto contemporaneo avrebbe potuto aiutare Alibi nella sua ricerca di originalità. A tutto questo va aggiunta l’autoproduzione del disco che di certo non aiuta la band a raggiungere uno standard qualitativo tale da poter sopperire alle mancanze in fase di songwriting.
Un disco che servirà alla band sopratutto per lavorare sui suoi punti deboli e che sostanzialmente va a giocare quel ruolo che solitamente interpreta il primo EP. I GBU fanno intravedere importanti margini di miglioramento che, con la dovuta accortezza, potranno trovare definitivo sviluppo proprio in vista di una seconda uscita più matura e ragionata.
Voto: (2,5 / 5)
Link Utili: Official Facebook Page | MySpace
TrackList:
- Problems
- Charlie
- Blue
- End of the Road
- Feeble Flame
- Cigarettes
- Circus
- Last Will
- Sunflowers Field
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Formazione:
- Luca Iaconissi : voce e chitarra
- Fabrizio Polonia : basso
- Andrea Marchi : batteria